Aziende danneggiate da fake news: tutelarsi è possibile


Le fake news possono danneggiare la reputazione aziendale. Raramente sono attacchi diretti, più di frequente sono menzogne sull’area di business: ecco come difendersi

Le fake news possono danneggiare la reputazione aziendale. Raramente sono attacchi diretti, più di frequente sono menzogne sull'area di business: ecco come difendersi

Non è frequente, ma capita di incappare in fake news che possono danneggiare la reputazione aziendale. Raramente sono attacchi diretti. Più di frequente sono menzogne sulla loro area di business. Come difendersi?

La disinformazione, purtroppo, corre veloce. Sovente più della verità. Cosa fare allora per contrastare questo fenomeno, quando tocca aree di nostro interesse?

Cosa posso fare se la mia azienda o il mio settore di business è stata attaccato con delle fake news?

Per prima cosa, soprattutto se è la vostra azienda o la vostra persona ad essere stata attaccata, ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, chiedere che le notizie vengano rimosse, segnalandole sui social come false, e facendo fare la stessa segnalazione dai vostri collaboratori. Contemporaneamente, preparare e diffondere il più velocemente possibile un comunicato stampa per denunciare l’attacco, spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in atto, per fermare l’attacco.

Sporgere denuncia è ovviamente necessario, ma visto che purtroppo i tempi della giustizia in Italia sono lunghi, è determinante agire in maniera veloce, per fare in modo che la diffusione di notizie false su voi e il vostro mondo venga arginata con delle notizie vere. Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake. Per essere efficaci serve un monitoraggio costante di ciò che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in generale, in modo da poter agire istantaneamente.

Quando si è al centro delle fake news ci si trova in uno scenario da vera e propria comunicazione di crisi: quindi, se la situazione è particolarmente grave, pensate anche a una conferenza stampa. Il vostro ufficio stampa, soprattutto se costituito da giornalisti, è una fonte autorevole per i media. Non solo, naturalmente, non li ha mai ingannati, ma è sempre stato disponibile a rispondere nei tempi giusti a tutte le richieste dei colleghi. E’ una fonte credibile per invitare i giornalisti a riflettere su quanto sta accadendo. Usatelo!

Se non siete stati attaccati direttamente, ma stanno diffondendo notizie false sul vostro settore merceologico che possono creare problemi al vostro business, raccontate come stanno veramente le cose: una nota o un comunicato stampa da mandare a redazioni, agenzie di stampa, radio, tv e testate on line, e una serie di post per parlare sui social network. Qualsiasi canale è utile per diffondere la vostra voce. Mandate la vostra comunicazione a tutti. Non state zitti! Ne uscirete solo perdenti e vinceranno le fake news. Diventate voi, che siete sul campo ogni giorno, la fonte da sentire.

Anche se percentualmente sembra poco rilevante, il fenomeno delle fake news in Italia non va sottovalutato. Secondo uno studio di  Reuters Institute e Oxford Universityi più popolari siti di fakenes hanno un reach che va dal 3,1% all’1%. Percentuali contenute, se si pensa che repubblica.it e corriere.it raggiungono con le loro notizie più della metà degli internauti italiani, ma in grado di fare danni incalcolabili.

Come si tengono aggiornati sulle notizie gli Italiani

Per informarsi, dieci anni fa il 30% degli italiani (intervistati da Demos per il rapporto Italiani e Fake News) utilizzava, ogni giorno, i quotidiani cartacei. Il 25% consultava internet. Oggi il rapporto si è rovesciato e in misura molto marcata. Il 63% degli italiani si informa su internet, soprattutto attraverso lo smartphone, e di questo vero e proprio esercito il 58% è sempre connesso. Solo il 17% dichiara di informarsi attraverso i giornali “di carta”.

Secondo il rapporto di Demos su Italiani e Fake news, per tenersi informati gli italiani utilizzano meno giornali e più web. Nel dettaglio, questa la classifica in percentuale di utilizzo quotidiano: tivù 84%, internet 63%, social network 45%, radio 40%, quotidiani cartacei 17%, settimanali 9%.