Contraffazione: CNA chiede marchio 100 per 100 made in Italy


Lotta alla contraffazione, CNA interviene sulla proposta di legge che inasprisce le sanzioni: “E’ un pericoloso fenomeno criminale, va combattuto con forza”

Lotta alla contraffazione, CNA interviene sulla proposta di legge che inasprisce le sanzioni: “E’ un pericoloso fenomeno criminale, va combattuto con forza"

“CNA condivide le finalità dell’iniziativa legislativa per combattere la contraffazione, un fenomeno in costante crescita, dagli aspetti sempre più complessi. Per dare un’idea delle dimensioni di questo business criminale, le importazioni in Europa di merci contraffate valgono il 5% dell’import totale. E riguardano settori portanti del Made in Italy, a cominciare dall’abbigliamento”.

Lo si legge in un comunicato della CNA dopo l’audizione sulla proposta di legge AC n. 1011 (Paxia e altri) recante: Modifiche al codice penale, al testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e altre disposizioni in materia di contrasto della contraffazione e del contrabbando, di tracciabilità e di etichettatura, nonché delega al Governo per l’adozione di un testo unico delle leggi in materia di tutela dei prodotti nazionali e l’istituzione del marchio «100% Made in Italy».

“Tenuto conto dell’ampiezza e della ramificazione del fenomeno – prosegue la nota – appaiono meritevoli ma insufficienti singole azioni, come l’inasprimento delle sanzioni. E’ necessaria una strategia a 360 gradi, che assicuri la certezza delle pene e comprenda dal  coordinamento dei controlli, anche a livello internazionale, all’utilizzo di strumenti innovativi che favoriscano la tracciabilità senza appesantire il carico burocratico delle imprese, soprattutto di artigiani e piccole imprese”.

“Di fronte ai componenti della commissione Giustizia della Camera – sottolinea il comunicato – CNA ha segnalato la necessità che il sistema di tracciabilità e di etichettatura tenga conto della dimensione dell’impresa e delle caratteristiche dei prodotti. CNA ritiene, inoltre,  che vada migliorata la proposta di istituire un marchio “100 per 100 Made in Italy”: deve tenere conto del bisogno che hanno le imprese  di approvvigionarsi di materie prime irreperibili in Italia. Da ultimo – conclude la nota – CNA ha evidenziato l’esigenza di agire in sintonia con l’Unione europea, chiamata a definire un quadro regolatore più stringente in tema di tracciabilità dell’origine dei prodotti, il cosiddetto Made in”.