La ripresa è lontana: ancora in calo la fiducia dei consumatori


Istat: ad aprile scende la fiducia dei consumatori. Preoccupazione delle associazioni: “Dati allarmanti per le famiglie italiane”

Istat: ad aprile scende la fiducia dei consumatori. Preoccupazione delle associazioni: "Dati allarmanti per le famiglie italiane"

Secondo gli ultimi dati Istat ad aprile scende la fiducia dei consumatori da 111,2 a 110,5. “Dati allarmanti!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Purtroppo peggiorano sia le attese sulla situazione economica dell’Italia, che crollano da -21,2 a -24,4, sia il giudizio sulla situazione economica della famiglia, che scende da -21,9 a -22,6, sia la possibilità futura di risparmio (da -22 a -24,5), sia le opportunità di acquistare beni durevoli, che precipitano da -51,7 a -58,5. Un dato, quest’ultimo, che certo non fa ben sperare sulla voglia di fare acquisti degli italiani” prosegue Dona.

“I pochi dati, positivi, come il lieve miglioramento del giudizio sulla situazione economica dell’Italia, da -67,8 a -67,2 non compensano certo quelli negativi” conclude Dona.

Codacons: segnale estremamente negativo

Il terzo calo consecutivo della fiducia delle famiglie è un segnale estremamente negativo che riflette le preoccupazioni dei consumatori e delle imprese sul futuro del paese.

“E’ indubbio che sull’indice della fiducia gioca un ruolo decisivo il clima politico pesante delle ultime settimane, con i continui scontri tra M5S e Lega che minano profondamente le aspettative delle famiglie” spiega il presidente Carlo Rienzi.

“A tutto ciò si aggiunge l’incertezza sul futuro dell’economia, con la spada di Damocle dell’aumento Iva e le notizie negative che provengono dai diversi indicatori. Una situazione generale destinata a peggiorare nel caso in cui dovessero scattare le clausole di salvaguardia sull’incremento dell’Iva, poiché il rincaro dei prezzi al dettaglio produrrà una ulteriore contrazione della fiducia e delle aspettative sul futuro sia per i consumatori, sia per le imprese, con una contrazione dei consumi e un rinvio degli acquisti da parte delle famiglie” conclude Rienzi.