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Crisi dei migranti in Venezuela: è emergenza umanitaria

Crisi dei migranti in Venezuela: 1,1 milioni di bambini nella regione avranno bisogno di assistenza nel 2019, un numero in aumento rispetto al mezzo milione attuale

At night, migrant children and mothers gather at a UNICEF temporary rest tent in Rumichaca, Ecuadorian side of the border with Colombia. UNICEF provides mothers and children with blankets and winter clothing. UNICEF has launched a regional response to support children and families from Venezuela, as well as children in host communities. This involves working with partners to ensure access to safe drinking water and sanitation, education and health services. UNICEF is also establishing temporary learning spaces for migrant children in the region as well as supporting protection and psychosocial services. 31 October 2018.

Nuovo allarme UNICEF sulla crisi dei migranti in Venezuela: 1,1 milioni di bambini nella regione avranno bisogno di assistenza nel 2019, un numero in aumento rispetto al mezzo milione attuale

Secondo l’UNICEF, a causa della crisi migratoria del Venezuela, nel 2019 un numero stimato di 1,1 milioni di bambini – fra cui bambini che migrano dal Venezuela, quelli che sono ritornati nel paese e coloro che vivono nelle comunità ospitanti e di transito – avrà bisogno di protezione e accesso ai servizi di base in America Latina e nei Caraibi. È un numero in aumento rispetto ai circa 500.000 bambini che hanno bisogno di aiuto oggi. L’UNICEF ha anche chiesto ai governi nella regione di difendere i diritti di tutti i bambini, anche dei migranti e dei rifugiati, e di assicurare loro accesso a servizi essenziali.

I partner umanitari stimano che quest’anno fino a 4,9 milioni di persone nella regione – anche in Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Panama, Peru e Trinidad e Tobago – avranno bisogno di assistenza a causa delle condizioni economiche e politiche in Venezuela, che stanno spingendo le migrazioni regionali.

“L’UNICEF è incoraggiato dagli sforzi del governo di cercare insieme soluzioni regionali alle sfide poste da migrazioni di larga scala, in linea con gli standard internazionali e leggi nazionali, come il protocollo adottato dall’Ecuador per proteggere i bambini migranti”, ha dichiarato María Cristina Perceval, Direttore regionale dell’UNICEF per l’America Latina e i Caraibi.

È chiaro tuttavia, che con il persistere della crisi in Venezuela e con l’aumento del numero di migranti venezuelani nella regione, servizi essenziali come protezione, assistenza sanitaria e istruzione nei paesi di transito e ospitanti verranno sottoposti a una pressione aggiuntiva.

I bambini e le famiglie migranti affrontano delle sfide per regolarizzare il loro status migratorio, che può pregiudicare l’accesso a protezione sociale, assistenza sanitaria, sviluppo della prima infanzia, istruzione, mezzi di sussistenza sostenibili e protezione dell’infanzia. Nel frattempo, la mancanza di politiche pubbliche organiche sulle questioni migratorie nei paesi ospitanti sta esponendo i bambini a un rischio maggiore di discriminazione, violenza, separazione delle famiglie, xenofobia, sfruttamento e abusi.

L’UNICEF è particolarmente preoccupato per le segnalazioni di xenofobia, discriminazione e violenza perpetrata contro i bambini venezuelani e le famiglie nelle comunità ospitanti.

Alcuni migranti – fra cui bambini non accompagnati e separati, donne in stato di gravidanza, madri in allattamento e popolazione indigena – sono a rischio maggiore.

“Secondo gli standard per i diritti umani gli Stati devono permettere ai bambini l’ingresso e la registrazione come precondizione per le prime procedure di valutazione per la protezione”, ha aggiunto Perceval. “Anche quando sono non accompagnati e senza documentazione ufficiale, dovrebbero essere diretti immediatamente verso del personale specializzato, che possa valutare i loro bisogni per la protezione”, ha aggiunto.

Registrare i bambini migranti è il primo passo per garantire i loro diritti. Quanto emerge dal processo di registrazione fornisce anche agli Stati informazioni preziose per pianificare e preventivare la loro risposta.

L’appello dell’UNICEF è di 69,5 milioni per rispondere ai bisogni dei bambini che migrano dal Venezuela e coloro che vivono in comunità ospitanti e di transito nella regione dell’America Latina e dei Caraibi. La risposta dell’UNICEF comprende: lavorare con i governi locali e nazionali, le comunità ospitanti e i partner per assicurare l’accesso ad acqua sicura da bere e servizi igienico-sanitari, protezione, istruzione e servizi sanitari ai bambini migranti e quelli in comunità vulnerabili.

L’UNICEF sta anche lavorando con i governi in paesi di transito e ospitanti per difendere i diritti dei bambini migranti. Ciò significa assicurare adesione agli standard e ai principi internazionali nei processi migratori ufficiali, compreso: rendere prioritaria la protezione dei bambini su qualsiasi altra politica; il non respingimento; l’interesse superiore del bambino; la non separazione e la riunificazione delle famiglie per garantire il diritto a una vita familiare; la non detenzione dei bambini e delle famiglie in base al loro status migratorio; garantire tutti i diritti dei bambini, a prescindere dal loro status migratorio, fra cui il diritto alla registrazione alla nascita.

Arrivano i generatori

In risposta alle ripetute interruzioni di corrente elettrica che colpiscono gran parte del Venezuela, l’UNICEF e i suoi partner stanno rafforzando i servizi essenziali – tra cui sanità, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari – per i bambini e le famiglie vulnerabili attraverso la fornitura di fonti di alimentazione e forniture di emergenza.

 L’UNICEF ha fornito generatori per garantire la continua disponibilità di energia elettrica per l’assistenza pediatrica, le sale parto e la conservazione della catena del freddo dei vaccini nei principali ospedali, compresi: Ospedale El Piñal, Táchira State; Ospedale Dr.Raúl Leoni Otero, Bolívar State; Ospedale Adolfo D’Empaire, Zulia State; Ospedale materno-infantile Orientale  Dr. Joel Valencia Parpacén e Dr. Rafael Osío de Cúa  di Miranda State, Ospedale Maternoinfantile Pastor Oropeza e l’Ospedale Clinico Universitario del Distretto della Capitale.

I generatori sono stati distribuiti in coordinamento con il Ministero del Potere Popolare per la Salute e Corposalud Táchira e andranno a beneficio di più di 24.000 bambini.

L’UNICEF è anche preoccupato per l’impatto dei blackout sulla disponibilità di acqua potabile. Per aiutare le famiglie a prepararsi a qualsiasi eventuale mancanza di approvvigionamento idrico, l’UNICEF e i suoi partner – tra cui la Croce Rossa, Cáritas, Protezione Civile Miranda e Protezione Civile Táchira – hanno già distribuito compresse per la depurazione dell’acqua a più di 12.000 famiglie e sali per la reidratazione orale a 4.200 famiglie. I partner hanno anche installato serbatoi d’acqua per garantire una fornitura sicura di acqua per i servizi pediatrici e materni in diversi ospedali, tra cui il Maternidad Concepción Palacios, l’Ospedale materno e infantile Orientale Dr. Joel Valencia Parpacén, l’Ospedale Materno Infantile Pastor Oropeza e il Materno neonatale Hugo Chávez.

Insieme a Fe y Alegría e alla sua rete nazionale di stazioni radio, l’UNICEF ha raggiunto più di 110.000 persone con informazioni sull’assistenza e la protezione dei bambini e degli adolescenti durante la crisi in corso, e su come motivare i bambini a continuare a studiare mentre sono a casa.

Dal 2018, l’UNICEF in Venezuela ha fornito assistenza sanitaria e nutrizionale a più di 350.000 bambini e donne, in accordo con il governo e con il sostegno dei partner della società civile. Questo include la collaborazione con l’Istituto Nazionale della Nutrizione e con Cáritas per raggiungere più di189.000 bambini con cure contro la malnutrizione. Inoltre, l’UNICEF ha sostenuto la distribuzione di 2,5 milioni di vaccini contro il morbillo e la difterite, il trattamento antimalarico per 150.000 bambini e il trattamento antiretrovirale per 2.324 bambini colpiti da HIV-AIDS. 

L’UNICEF continuerà a lavorare con tutti i settori in Venezuela per proteggere i diritti dei bambini e degli adolescenti in tutto il paese.

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