Bonus 80 euro: UNC contraria alla sospensione


Assolombarda chiede al ministro Di Maio di sospendere il bonus degli 80 euro. Unione Nazionale Consumatori contraria: “Sarebbe errore, riduce il rischio povertà”

Assolombarda chiede al ministro Di Maio di sospendere il bonus degli 80 euro. Unione Nazionale Consumatori contraria: "Sarebbe errore, riduce il rischio povertà"

Il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, ha chiesto al vice ministro Luigi Di Maio di sospendere integralmente quota 100 ed il bonus degli 80 euro. Quest’ultimo, infatti, non sarebbe destinato a poveri e incapienti e non avrebbe significativamente innalzato la propensione al consumo.

“Sarebbe un errore, grave soprattutto se per fare la flat tax, che ancor meno del bonus 80 euro serve a innalzare la propensione al consumo, visto che i principali beneficiari sarebbero i ceti più abbienti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Quello che serve, semmai, è una riforma del bonus di 80 euro, perché sia commisurato all’Isee, in modo che si tenga conto del reddito complessivo familiare, evitando così di darlo al figlio di un milionario. Va evitato, come attesta uno studio Istat, che il bonus vada anche ad 1 mln e 613 mila famiglie appartenenti al quinto quintile, ossia ai più ricchi” prosegue Dona.

“Attenzione a non eliminarlo, però! La misura, infatti, è servita a ridurre il rischio di povertà, che è l’anticamera della povertà. Insieme alla quattordicesima ha determinato una diminuzione del rischio di povertà dal 19,2% al 18,4%. Una sua abolizione, quindi, sarebbe sbagliata” prosegue Dona.

L’associazione di consumatori ricorda, infine, che secondo uno studio condotto da tre economisti della Banca d’Italia, che la Bce ha pubblicato tra i suoi working paper, il bonus di 80 euro introdotto dal Governo Renzi nel 2014 ha avuto un significativo impatto macroeconomico. La misura aveva comportato nel 2014 un trasferimento di 5,9 miliardi di euro, pari allo 0,5% del reddito disponibile delle famiglie e allo 0,4% del Pil. I consumi erano aumentati di circa 3,5 miliardi di euro. Le famiglie beneficiarie avevano aumentato la spesa mensile per alimentari e mezzi di trasporto di circa, rispettivamente, 20 euro e 30 euro, consumando circa il 50-60% del bonus nel corso dello stesso anno.