Dal cinema al teatro: “Speriamo che sia femmina” in prima nazionale a Firenze


La storica pellicola di Monicelli in una riduzione per la scena diretta da Marco Predieri, fino a domenica 14 aprile al teatro di Cestello di Firenze. Tinte poetiche, umoristiche e una costruzione realistica per una commedia brillante di grande forza

Speriamo che sia femmina al teatro di Cestello di Firenze
Speriamo che sia femmina al teatro di Cestello di Firenze

Ormai lanciatissimo in una stagione di titoli e presenze di primo piano, il Teatro di Cestello, storica sala nel popolare rione di San Frediano, apre il mese di aprile con un appuntamento molto particolare, il debutto in prima nazionale assoluta della riduzione per la scena di uno dei più amati e celebri titoli della filmografia di Mario Monicelli, “Speriamo che sia femmina”, nella riduzione firmata da Mario Cesari dalla sceneggiatura originale di Pinelli e Monicelli.

Sotto i riflettori da giovedì 4 a domenica 14 aprile lo spettacolo è prodotto da Cdg e dallo stesso Cestello,  con una firma di prestigio alla regia, quella del regista e attore fiorentino Marco Predieri. Nei ruoli che furono di Liv Ullmann e Athina Cenci ritroveremo Angela Tozzi e Concetta Lombardo, mentre nelle vesti dello zio Gugo un mattatore vero e proprio, Remo Masini. Nel cast figurano poi Chiara Collacchioni, Marianna Minio, Maria Rita Scibetta (che raccoglie il testimone di Catherine Deneuve nel ruolo di Claudia), Lisa Crinon, e ancora Graziano Dei (il Conte Leonardo che nella pellicola fu di Philippe Noiret), Raffaele Totaro, Alessandro Benedetti e Sandro Trippi.

“Speriamo che sia femmina”, prodotto da Giovanni di Clemente, dopo il rifiuto delle Major che considerarono il soggetto poco appetibile perché privo di scene di sesso e violenza, fu il film più premiato e di maggiore incasso della stagione 1986. A oltre 30 anni di distanza la sua trama, che indaga nelle le profondità dell’animo femminile, spiando le attese e le aspirazioni di un gruppo di donne isolate in una villa della campagna toscana, sembra più attuale che mai.

“Gli autori sono riusciti a ricreare un affresco realistico che va oltre l’esteriorità e il tempo – spiega Marco Predieri – Hanno saputo cogliere l’interiorità dei personaggi, le loro smanie e inquietudini, nel bene e nel male e non solo quelle delle signore protagoniste, anche quelle dell’universo maschile che le circonda e che da questo quadro non esce, diciamocelo sinceramente, troppo bene. La cosa più curiosa è che sceneggiatura, regia cinematografica, adattamento teatrale e anche adesso la mia lettura appartengono a uomini. Credo che questa costante sia propria della necessità di sperimentare e tentare comprendere una natura assai più complessa di quella che caratterizza noi maschietti  e che dunque inevitabilmente ci affascina. In fondo pensiamo anche a quante canzoni che parlano dell’animo femminile sono state scritte da autori, anziché autrici.

In questo senso Speriamo che sia femmina è un terreno di incontro straordinario e inevitabilmente contemporaneo, al punto che ho voluto riportare al presente la vicenda per scoprire che la sua forza rimane assolutamente inalterata, anche tra computer portatili e telefonini, che comunque qui non prendono”.  Tinte poetiche, umoristiche e una costruzione realistica sono la cifra della regia che concepisce il teatro a 360 gradi, con l’azione scenica che travalica dal palco per accadere in più momenti direttamente tra gli spettatori. Ancora posti disponibili.

Info e prenotazioni 055.294609 – prenotazioni@teatrocestello.it