Pediatri FIMP: stop ai tagli, più risorse per le cure primarie


Il Presidente dei pediatri FIMP Paolo Biasci: “Possiamo garantire un buon livello di assistenza anche ai pazienti cronici favorendo la continuità terapeutica. C’è bisogno però di maggiori investimenti per la categoria e di più controlli dello Stato sulle Regioni”

Il Presidente dei pediatri FIMP Paolo Biasci: “Possiamo garantire un buon livello di assistenza anche ai pazienti cronici favorendo la continuità terapeutica. C’è bisogno però di maggiori investimenti per la categoria e di più controlli dello Stato sulle Regioni”

40 milioni di visite ogni anno a bambini e adolescenti per un totale di oltre 7.000 specialisti che operano capillarmente su tutto in territorio nazionale. Sono questi i due principali dati che rappresentano, ad oggi, il lavoro del pediatria di famiglia italiano. “Il nostro ruolo andrebbe maggiormente valorizzato per rispondere alle sfide del futuro, soprattutto quelle determinate dai definanziamenti alla sanità degli ultimi anni”. E’ questo l’allarme lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) in occasione del suo 45° Congresso Sindacale Nazionale. L’evento si chiude domani e vede riuniti a Roma oltre 200 delegati provenienti da tutta la Penisola.

“Dal 2010 ad oggi i tagli ammontano a circa 37 miliardi – afferma il dott. Paolo Biasci, Presidente Nazionale della FIMP -. Sono così messi seriamente a rischio i principi di equità ed universalismo sulla base dei quali oltre 40 anni fa è stato istituito il servizio sanitario nazionale. Il pediatra di famiglia è una figura professionale che contraddistingue la nostra sanità da quella degli altri Stati europei. Possiamo fornire un’assistenza qualificata, longitudinale e basata su un rapporto di fiducia continuativo con le famiglie e gli assistiti. La crescita della sanità integrativa che si prospetta per i prossimi anni, potrebbe essere un ostacolo all’universalità dell’accesso alle cure. Già attualmente gli italiani pagano oltre 40 miliardi l’anno per prestazioni sanitarie pertanto è necessario un riordino legislativo per evitare ulteriori ed eccessive derive consumistiche. E chiediamo anche maggiori risorse per la nostra categoria, a partire dalla borse di studio che devono essere aumentate. Con questi investimenti possiamo continuare a garantire un buon livello di cure primarie ai bambini e agli adolescenti”. Tra le priorità dei prossimi anni, evidenziate dalla FIMP, c’è anche la gestione delle patologie croniche nei giovanissimi.

“E’ un fenomeno in crescita e che interessa un bimbo italiano su dieci – aggiunge il dott. Antonio D’Avino, Vice Presidente della FIMP -. In particolare sono in aumento le allergie e i problemi respiratori. Di questi giovanissimi pazienti otto su dieci risultano però in buona salute grazie al ricorso di cure efficaci. Ma questo successo è anche merito dell’assistenza che possiamo fornire. La pediatria di famiglia deve continuare ad occuparsi delle attività di prevenzione, migliorando soprattutto la preparazione dei medici del territorio. Va poi svolta anche un’opera di counseling ai giovani e alle loro famiglie per favorire l’aderenza terapeutica. E’ un problema che non riguarda solo gli anziani ma anche bambini e adolescenti alle prese con malattie croniche come asma, dermatite atopica o diabete”.

Tra i temi al centro del Congresso FIMP di Roma c’è anche l’annoso problema delle disuguaglianze regionali in sanità. “Da anni come rappresentanti e tutori della salute dei giovanissimi denunciamo come in Italia vi siano troppe differenze tra i vari territori – sottolinea il dott. Luigi Nigri, Vice Presidente della FIMP -. Negli ultimi mesi alcuni rappresentanti politici stanno premendo perché siano promosse maggiori autonomie differenziate. Se fossero realizzate inevitabilmente accentuerebbero le già forti disuguaglianze mettendo a rischio l’universalismo del sistema sanitario nazionale creando 21 diversi sistemi sanitari. A nostro avviso invece è assolutamente necessario aumentare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni. In questo modo è possibile garantire le autonomie ma anche un’uniforme applicazione in tutta Italia dei livelli essenziali di assistenza”.

“Va prevista anche una profonda riorganizzazione degli studi del pediatra di famiglia – sostiene il dott. Biasci -. Si potrà così accelerare il processo di deospedalizzazione e risparmiare importanti risorse pubbliche. Grazie all’assunzione di collaboratori e a nuove attrezzature diagnostiche sarà possibile fornire un primo livello assistenziale in grado di dare una risposta pronta ed efficace a milioni d’italiani. Vogliamo inoltre partecipare alla stesura di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) basati sulle più recenti evidenze scientifiche”.

“Infine siamo in prima linea per assicurare un’adeguata educazione sanitaria sui corretti stili di vita – concludono i dottori D’Avino e Nigri -. In particolare preoccupano gli ultimi dati che evidenziano una scarsa consapevolezza dei giovani sul ruolo dell’alimentazione per la salvaguardia della salute. Un bambino su cinque non mangia mai frutta e verdura. Il 21% degli under 10 risultano in sovrappeso e il 10% addirittura obeso, situazioni che mettono a rischio di malattie croniche in età adulta.