Il pianista inglese Paul Lewis agli Amici della Musica di Firenze


Sabato 23 marzo al Teatro della Pergola di Firenze il pianista inglese Paul Lewis con pagine da Haydn, Beethoven e Brahms

il pianista Paul Lewis
Il pianista Paul Lewis

Per la Stagione degli Amici della Musica di Firenze, sabato 23 marzo alle 16 torna al Teatro della Pergola l’affascinante pianista inglese Paul Lewis a completare il ciclo di appuntamenti dedicati a tre autori del classicismo e romanticismo mitteleuropeo: Franz Joseph Haydn, vissuto fra il 1732 e il 1809, Ludwig van Beethoven (1770-1827) e Johannes Brahms (1833-1897)

Nel corso della sua vita, Haydn compose 52 sonate per pianoforte, in un periodo storico molto importante per l’evoluzione di questo strumento e anche di questa forma musicale: il fortepiano, lo strumento antenato del pianoforte, infatti, stava in quegli anni conquistando sempre più importanza per i compositori, scalzando pian piano altri strumenti a tastiera, come il clavicembalo e il clavicordo, che davano all’autore e all’esecutore una minore possibilità di intervento sulle dinamiche del suono (in pratica, non permettevano di suonare suoni “piano”, “forte”, o di intensità intermedia, ma soltanto con una sola e unica dinamica). Inoltre, le composizioni per pianoforte solo avevano forma breve ed erano composte da un unico movimento: con Haydn, in particolare, queste forme – che prendono il nome di Sonate – diventano più articolate e formate da più movimenti. La Sonata di Haydn che eseguirà Paul Lewis per gli Amici della Musica, la n. 34 in mi minore, del 1778, è in tre movimenti: Presto, Adagio e Finale. Degli altri due autori in programma, Beethoven e Brahms, Paul Lewis sceglie di suonare brani molto particolari: ad esempio, di Brahms, esegue la raccolta dei tre intermezzi op. 117, brevi composizioni per pianoforte di carattere intimo e riflessivo. Brahms compone questa raccolta nell’estate del 1892, cinque anni prima della morte. Sono tre lavori accomunati da un sentimento di generale serenità, con una vena malinconica. Il primo intermezzo, Andante moderato, è accompagnato da un paio di versi tratti da un’antica ninna nanna scozzese, ripresi e tradotti in tedesco dal poeta Johann Gottfried Herder, che recitano: “Dormi dolcemente, bimbo mio, dormi dolcemente e tranquillo, mi dà tanta pena vederti piangere”.

La seconda parte del concerto è interamente occupata da un monumentale lavoro di Beethoven, le Variazioni in do maggiore su un valzer di Diabelli. Antonio Diabelli è stato un compositore italiano ed editore musicale contemporaneo di Beethoven, anche lui attivo a Vienna. Diabelli ebbe l’idea di chiamare all’appello molti compositori residenti nell’impero asburgico chiedendo loro di scrivere ciascuno una Variazione su un suo valzer. La raccolta fu pubblicata nel 1824 sotto il pomposo titolo di Società Nazionale degli Artisti. Variazioni per pianoforte su un tema originale, composte dai più eccellenti compositori e virtuosi di Vienna e dell’Impero Austrìaco, e comprendeva cinquanta Variazioni di cinquanta diversi compositori. Tra i cinquanta troviamo molti musicisti oggi sconosciuti e qualche celebrità, come Schubert e Liszt. Non c’è però il nome di Beethoven, perché Beethoven si era messo a lavorare sul valzer di Diabelli fin dal 1819, e nel 1823 aveva consegnato all’editore un lavoro mastodontico di 33 Variazioni, che furono pubblicate nello stesso anno.