Secondary ticketing: protestano le associazioni dei consumatori


Codacons e Unione Nazionale Consumatori attaccano dopo il proscioglimento degli imputati dall’accusa di truffa aggravata e aggiotaggio nell’inchiesta sul secondary ticketing

Codacons e Unione Nazionale Consumatori attaccano dopo il proscioglimento degli imputati dall'accusa di truffa aggravata e aggiotaggio nell'inchiesta sul secondary ticketing

Le motivazioni con cui il gup Maria Vicidomini ha prosciolto gli imputati dall’accusa di truffa aggravata e aggiotaggio nell’inchiesta sul secondary ticketing, dimostrano in modo lampante l’assenza in Italia di leggi adeguate sul settore. Lo afferma il Codacons, commentando la sentenza che parla di “assoluta inconsistenza fattuale e giuridica delle imputazioni” e di “infondatezza” delle accuse formulate dalla Procura.

“E’ assolutamente evidente che, non essendoci una normativa in materia, e non potendo la fattispecie di aggiotaggio applicarsi anche al mercato online, non esiste nemmeno il reato – spiega il Codacons –. Ciò, però, non significa affatto che gli utenti non abbiano subito un danno economico enorme ed ingiustificato dal passaggio dei biglietti dai siti ufficiali a quelli secondari, passaggi dove i prezzi dei ticket hanno subito rincari astronomici. Semplicemente a fronte di un danno certo subito dai consumatori manca nel nostro ordinamento una legge che punisca il secondary ticketing. E il problema, purtroppo, almeno nel nostro paese rimane irrisolto”.

Il commento dell’UNC

Il gup Maria Vicidomini ha parlato di “assoluta inconsistenza fattuale e giuridica delle imputazioni” e di “infondatezza” delle accuse formulate dalla Procura nelle motivazioni della sentenza con cui, un mese fa, ha prosciolto gli imputati nella vicenda del secondary ticketing.

“Al di là della sussistenza o meno di rilievi penali, il problema del secondary ticketing rimane ancora irrisolto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Non è bastato un processo, un provvedimento dell’Antitrust e l’intervento del legislatore per debellare il problema, per quanto il fenomeno sia ora più contenuto” prosegue Dona.

“Chi va ad un concerto ha diritto di pagare il prezzo previsto senza dover subire il sovrapprezzo dei bagarini, che siano on line o meno” conclude Dona