Creme solari: i dermatologi chiedono nuove regole


Negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration) dopo 30 anni cambia le regole per la protezione della pelle: al bando sostanze come PABA e salicilato di Trolamina, molto utilizzate nelle creme solari in tutto il mondo. Appello dei dermatologi italiani

Negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration) dopo 30 anni cambia le regole per la protezione della pelle: al bando sostanze come PABA e salicilato di Trolamina, molto utilizzate nelle creme solari in tutto il mondo. Appello dei dermatologi italiani

Migliorare l’efficacia delle creme solari e tutelare la salute della pelle. È questo l’obiettivo che ha portato la Food and Drug Administration (FDA) a rivedere le regole vigenti negli Stati Uniti in materia di protezione solare. Le direttive precedenti alla revisione risalivano a circa 30 anni fa. E si discostano poco da quelle tutt’ora vigenti in Italia.

“Le nuove misure di protezione adottate negli Stati Uniti devono essere di esempio – esordisce il dott. Piergiacomo Calzavara Pinton, Presidente della SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) -. Come società scientifica attiva nella prevenzione dei tumori della pelle possiamo solo auspicare che anche le autorità europee adeguino la normativa esistente nel vecchio continente per rendere i prodotti più sicuri e il consumatore più consapevole nella scelta e nell’ uso delle lozioni antisolari”.

Ma in cosa consiste il diktat della FDA? Al bando PABA e salicilato di Trolamina, due delle molecole che filtrano la radiazione, contenute nelle creme solari, poiché non sicure e soprattutto non efficaci.

Via libera invece a sostanze ‘tradizionali’ come ossido di zinco e biossido di titanio. Necessari ulteriori approfondimenti per verificare l’assenza di tossicità delle restanti dodici molecole, solo temporaneamente autorizzate negli USA. La FDA inoltre avverte che possono essere definite antisolari solo alcuni tipi di sostanze come gel, creme, lozioni, spray, oli, pomate, unguenti, paste e stick. Questa denominazione, invece, non può invece essere utilizzata per saponi, salviettine, shampoo e formulazioni di altro genere.

Fondamentale, poi, la chiarezza delle etichette che riportano tutte le informazioni del prodotto, per una comprensione immediata del consumatore. Sulle confezioni, infatti, devono essere indicati i filtri solari contenuti nelle creme, l’SPF, ossia la protezione da UVB, la protezione da UVA e l’indice di resistenza all’acqua. Inoltre deve essere chiaramente specificato che i solari non proteggono dal tumore della pelle se non correttamente usati e associati ad adeguate misure di comportamento al sole. In vendita inoltre non possono circolare sotto l’etichetta di antisolari quei prodotti associati a repellenti per gli insetti. La FDA infine pone a 60 il valore massimo di SPF che si può indicare sulla confezione delle creme solari e chiarisce che tutti i prodotti che hanno SPF devono offrire anche una protezione valida da UVA, che deve aumentare al crescere dell’SPF.