Truffa diamanti: Codacons lancia azione risarcitoria


L’associazione dei consumatori interviene a fianco delle centinaia di persone vittime della truffa dei diamanti: potranno chiedere alle banche e alle società coinvolte il rimborso dei soldi versati, oltre al risarcimento del danno subito

L'associazione dei consumatori interviene a fianco delle centinaia di persone vittime della truffa dei diamanti: potranno chiedere alle banche e alle società coinvolte il rimborso dei soldi versati, oltre al risarcimento del danno subito

Sul caso della truffa dei diamanti il Codacons scende in campo a tutela degli investitori, pubblicando sul proprio sito internet il modulo per chiedere alle banche e alle società coinvolte il rimborso dei soldi versati, oltre al risarcimento del danno subito.

Tutti i risparmiatori che hanno acquistato diamanti presso banche e operatori oggetto di inchiesta da parte della Procura di Milano possono, attraverso il Codacons, tutelare la propria posizione, chiedere il rimborso integrale degli investimenti e avviate l’iter per la costituzione di parte civile in caso di eventuale processo per il risarcimento dei danni subiti, da calcolare in relazione ai rendimenti che avrebbero determinato altri titoli nel periodo di detenzione dei diamanti” spiega l’associazione.

Nello specifico è sufficiente seguire le istruzioni riportate sul sito del Codacons alla pagina https://codacons.it/truffa-dei-diamanti-agisci-con-il-codacons-per-recuperare-i-soldi-che-hai-investito/.

Con tale azione, inoltre, l’associazione offre anche assistenza legale a tutti coloro che intendano denunciare la propria banca perché ritengono di essere stati truffati, investitori che possono inviare la documentazione relativa all’acquisto dei diamanti e ottenere una denuncia penale personalizzata.

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha operato sequestri preventivi per oltre 700 milioni di euro a carico delle persone giuridiche ritenute responsabili della presunta maxitruffa sulla vendita di diamanti cosiddetti “da investimento” – attraveso Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment – e degli istituti di credito che ne avevano favorito l’operatività: Banco Bpm – Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Montepaschi. Indagate una settantina di persone coinvolte a vario titolo per i reati di truffa, autoriciclaggio, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.