Pirandello e gli altri, Sebastiano Lo Monaco racconta il suo teatro


Al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 febbraio, Sebastiano Lo Monaco debutta con il suo recital Io e Pirandello – In viaggio con i miei autori diretto da Salvo Bitonti

Sebastiano Lo Monaco in "Il berretto a sonagli" foto Tommaso Le Pera
Sebastiano Lo Monaco in “Il berretto a sonagli” foto Tommaso Le Pera

I 40 anni di carriera artistica dell’attore siciliano e la vita del Premio Nobel Luigi Pirandello si incontrano e intrecciano: insieme spiritualmente per raccontarci un teatro attraversato visceralmente.

“La tematica di Pirandello che più mi si addice – afferma Lo Monaco – riguarda quel particolare aspetto della sua ricerca volto a scandagliare i dolori dell’animo umano. Anche se esternamente tento di non mostrarlo, la mia anima è sempre molto dolorosa: io mi definisco un depresso cronico che però cerca, attraverso il teatro e il proprio mestiere, di dare gioia agli altri”.

In scena appaiono sei manichini alla Giorgio de Chirico, che rappresentano i personaggi dei testi di un’esistenza di teatro che Sebastiano Lo Monaco è chiamato a “indossare” sul palcoscenico: da Il berretto a sonagli e Enrico IV di Pirandello a Edipo Re di Sofocle, dall’Agamennone di Ifigenia in Aulide di Euripide, messo in scena al Teatro greco di Siracusa, a Per non morire di mafia e Dopo il silenzio scritti per lui dall’allora procuratore antimafia Pietro Grasso.

Una produzione SiciliaTeatro.

Leggerezza di toni e intensità di contenuti. Io e Pirandello – In viaggio con i miei autori è il racconto di una vita fortemente voluta da Sebastiano Lo Monaco con e per il palcoscenico, che affonda le sue radici in una lunga e mai interrotta storia d’amore con i tragici greci e Luigi Pirandello, siciliano come lui. Non a caso Pierluigi Pirandello, nipote del celebre drammaturgo, lo ha definito “interprete senza pari dell’arte di Luigi Pirandello”.

Diretto da Salvo Bitonti al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 febbraio, Lo Monaco ci trasporta in una Sicilia lontana, ma non dimenticata, per farci riassaporare i sapori e gli odori della sua infanzia e della sua adolescenza: gli aneddoti della sua storia personale sono il filo conduttore per raccontarci il suo incontro con il teatro. Una produzione SiciliaTeatro.

“Nel giugno del 2017 mi è stato chiesto di pensare a uno spettacolo in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Pirandello – ricorda Sebastiano Lo Monaco ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – mentre lo preparavo mi sono accorto che all’interno della mia interiorità emergevano anche gli altri autori che hanno contribuito a creare il mio percorso teatrale. Sono gli autori che amo e che appartengono alla mie radici siciliane, a una cultura mediterranea in cui sono nato e che mi coinvolge visceralmente. Fin da piccolo – prosegue – ho imparato a imbattermi in un tipo di cultura in cui la parola spesso prende corpo in scena, in maniera profonda e quasi ancestrale. Il Teatro greco di Siracusa è uno dei più antichi della storia dell’umanità, testimone meraviglioso della nostra memoria occidentale, e la Sicilia è simbolo di scambio e accoglienza: i recenti accadimenti della nave con i 47 migranti sbarcati sull’isola lo raccontano”.

In scena appaiono sei manichini alla Giorgio de Chirico a cura di Massimo Voghera, che rappresentano i personaggi dei testi che l’attore nato a Floridia, provincia di Siracusa, è chiamato a “indossare” sul palcoscenico. Prendono così forma e sostanza, tra gli altri, Edipo Re di Sofocle, l’Agamennone dalla Ifigenia in Aulide di Euripide, messa in scena a Siracusa, Il berretto a sonagli ed Enrico IV di Pirandello, Per non morire di mafia e Dopo il silenzio scritti per lui dall’allora procuratore antimafia Pietro Grasso. Le musiche sono di Dario Arcidiacono.

“Le tappe della mia carriera – interviene l’attore – sono come quei celebri personaggi pirandelliani che hanno cercato un autore, nel mio caso specifico un attore, per essere rappresentati. Ecco perché lo spettacolo, pur non trattando esclusivamente l’opera di Pirandello, risulta comunque intimamente pirandelliano. Non è l’attore a scegliere le sue interpretazioni, anzi, sono i personaggi che gli saltano addosso, proprio come nei Sei personaggi in cerca d’autore”.