L’omaggio a Bach del pianista Alessandro Taverna


Alla Pergola di Firenze continua il ciclo Odissea Bach, sabato 16 febbraio Alessandro Taverna esegue un raffinato programma tutto dedicato al compositore, mentre domenica al salentino ci sono gli archi del Quattro Diotima

Alessandro Taverna (Foto Giorgio Gori)
Alessandro Taverna (Foto Giorgio Gori)

La Stagione Concertistica degli Amici della Musica di Firenze sabato 16 febbraio alle 16 propone al Teatro della Pergola per il ciclo Odissea Bach Alessandro Taverna che eseguirà un programma interamente dedicato a Johann Sebastian Bach e alle sue riletture e trascrizioni storiche di Rachmaninov, Siloti e Busoni, mentre in chiusura eseguirà un altro lavoro-omaggio alla scrittura di Bach, il Preludio Corale e Fuga di César Franck. Tutti brani in cui è presente, , come spiega Taverna: “il senso del sacro. C’è infatti in tutti i musicisti un’esigenza ricorrente di ripercorrere questo repertorio durante la loro attività, ed è piuttosto sorprendente se si pensa che in fin dei conti si tratta, almeno dal punto di vista pianistico, di quello più lontano guardando alla scrittura e alla concezione esecutiva. Dell’età di Bach sono rimasti più o meno gli stessi praticamente tutti gli strumenti, ad eccezione del pianoforte, che per come lo conosciamo oggi sarebbe apparso solo circa 200 anni dopo. Eppure l’opera di Bach esercita un magnetismo e un fascino innegabile per tutti i pianisti: è come se nella sua scrittura fosse condensato e anticipato tutto quello che c’è stato dopo. Venendo all’accezione del sacro, esso risiede oltre che nella forma e nella perfezione matematica, nella capacità di dare voce al Divino, fungendo da tramite fra l’Assoluto e noi: rubando le parole di Philippe Daverio, le opere d’arte quali quelle di Bach sono degli specchi all’interno dei quali uno rivede una parte di se stesso, richiedono dunque una sorta di “rito iniziatico” che consente di rimanere catturati dal “gioco”, come in un contrappunto di cui non si ammira più la perfezione dell’esercizio tecnico ma se ne prova godimento artistico quasi venendone rapiti”.

Domenica 17 febbraio alle 21 cambio d’atmosfera grazie agli archi del Quatuor Diotima che al Saloncino della Pergola eseguirà il Quartetto n. 3 di Bartók, il Quartetto n. 1 di Ligeti e il Quartetto n. 14 in re minore D. 810 di Schubert. Costituito nel 1996 da studenti del Conservatorio Nazionale di Parigi, il Diotima è uno degli ensemble da camera più richiesti al mondo. Il nome del quartetto evoca un doppio significato musicale: Diotima è al contempo un’allegoria del romanticismo tedesco – Friederich Hölderlin dà questo nome all’amore della sua vita nel suo romanzo “Hyperion” – e un grido di battaglia per la musica del nostro tempo, brandito da Luigi Nono nella sua composizione “Fragmente-Stille, an Diotima”.