Pensioni: già 32mila richieste per Quota 100


Quota 100, il Sottosegretario per il Lavoro Cominardi: “In soli cinque giorni 32mila persone hanno colto l’occasione per sfuggire alla gabbia micidiale della Legge Fornero”

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“In soli cinque giorni 32mila persone hanno colto l’occasione per sfuggire alla gabbia micidiale della Legge Fornero con la nuova Quota 100. Non posso non pensare all’enorme beneficio che il ricambio generazionale avrà per la Pubblica Amministrazione, visto che 10mila richieste giungono proprio dal settore pubblico. Mi soddisfa pensare anche che presto nelle classi duemila insegnanti cederanno il passo a giovani motivati e pronti alle sfide educative, formative e lavorative del nuovo millennio”.

Così il Sottosegretario per il Lavoro e le Politiche Sociali Claudio Cominardi, che guarda con “piena soddisfazione” ai numeri resi pubblici dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

“Osservo con piacere – aggiunge Cominardi, bresciano – che la terza regione per numero di richieste sia la Lombardia”. Dopo la Sicilia (3827) e il Lazio (3775), infatti, il terzo posto in classifica è per la Lombardia (3391), con le Province di Brescia e Bergamo in testa (rispettivamente 416 e 390) dopo Milano (1.207)”.

Come funziona Quota 100

Il decreto del Governo introduce il diritto alla pensione anticipata, senza alcuna penalizzazione, al raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni, la cosiddetta “pensione quota 100”.

Il ritiro dal lavoro sarà possibile, in prima applicazione, dal primo aprile 2019 per i lavoratori privati che abbiano raggiunto i requisiti indicati entro il 31 dicembre 2018 e dal primo agosto 2019 per i lavoratori pubblici che li abbiano maturati all’entrata in vigore del decreto. Inoltre, potranno andare in pensione dal prossimo primo settembre (inizio dell’anno scolastico) i lavoratori della scuola.

Il decreto prevede, inoltre:

  • la possibilità di andare in pensione in anticipo con 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomini, e con 41 anni e 10 mesi di contributi, se donne. Maturati i requisiti, i lavoratori e le lavoratrici percepiscono la pensione dopo tre mesi;
  • la possibilità per le donne di andare in pensione a 58 anni se dipendenti e 59 se autonome, con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018;
  • la non applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita per i lavoratori precoci, che potranno quindi andare in pensione con 41 anni di contributi. Anche in questo caso, il diritto al trattamento pensionistico decorre dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
  • il riscatto agevolato del periodo di laurea entro i 45 anni;
  • la facoltà di riscatto di periodi non coperti da contribuzione, con una detraibilità dell’onere del 50 percento in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 mesi, a condizione di non aver maturato alcuna contribuzione prima del 31 dicembre 1995 e di non essere titolari di pensione;
  • disposizioni in materia di pagamento del trattamento di fine servizio o di fine rapporto, che prevedono la corresponsione della relativa indennità sulla base di una specifica richiesta di finanziamento da parte degli aventi diritto, con la costituzione di uno specifico fondo di garanzia;
  • l’istituzione del “Fondo bilaterale per il ricambio generazionale”, che prevede la possibilità di andare in pensione tre anni prima di quota 100 purché si abbia una contemporanea assunzione a tempo indeterminato.