Pastori sardi in rivolta contro l’elemosina delle industrie


In tutta la Sardegna continua la protesta dei pastori contro il prezzo del latte pagato dalle industrie: circa 60 centesimi al litro che rischiano di far scomparire 12mila allevamenti

In tutta la Sardegna continua la protesta dei pastori contro il prezzo del latte pagato dalle industrie: circa 60 centesimi al litro che rischiano di far scomparire 12mila allevamenti

Sveglia alle 5 del mattino per la prima mungitura che sarà ripetuta nel pomeriggio per ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene pagato circa 60 centesimi al litro, una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12mila allevamenti presenti in Sardegna. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’inasprimento della protesta dei pastori sardi in una regione in cui si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop), ma riconosciuti dall’Unione Europea ci sono anche il Fiore Sardo Dop e il Pecorino Sardo Dop.

I pastori sono esasperati da una situazione insostenibile e si registrano assalti alle autocisterne che sono scortate da polizia e carabinieri, versamenti del latte in strada o in pasto ai maiali ma c’è anche chi ha deciso di trasformarlo in azienda e donarlo ai più bisognosi invece di svenderlo. E si segue anche la via legale contro gli industriali che sottopagano il latte ai pastori”.

“Ci rifaremo all’articolo 62 della legge 1 del 2012 in cui sono previste sanzioni oltre i 3 milioni” ha affermato il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu nel sottolineare che “l’art. 62 al comma 2 “vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.

La Sardegna è nel Mediterraneo la terra in cui è più alta la concentrazione di pecore: quasi due ogni abitante, 2,6 milioni di animali per 1,5 milioni di persone con il risultato che le forme paesaggistiche dell’Isola dipendono dal fatto che ben il 70% del territorio è destinato al pascolo dal quale gli animali traggono alimento. Ma secondo la Coldiretti negli ultimi dieci anni in Italia è scomparso un milione di pecore per colpa di scelte industriali irresponsabili.

Codacons a fianco dei pastori denuncerà gli industriali

“Senza pastori la Sardegna muore” gridano gli allevatori e al loro fianco si schiera anche il Codacons. L’associazione presenterà domani un esposto alle Procure della Repubblica di Cagliari e Roma e all’Antitrust alla luce della possibile fattispecie di aggiotaggio.

“Chiediamo di accertare eventuali illeciti commessi dall’industria del latte che obbliga gli allevatori a sottostare ai prezzi da loro imposti, attraverso ricatti che realizzano un oligopolio illegale – spiega il presidente Carlo Rienzi –. L’art. 501 del Codice penale, infatti, punisce le alterazioni fraudolente dei prezzi sul mercato e chi “adopera artifici atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci” con la reclusione fino a 3 anni, fattispecie che sembra realizzarsi nell’obbligare i produttori a vendere il latte a prezzi inferiori ai costi di produzione”.

Una situazione, per il Codacons, rischia di creare pesanti distorsioni del mercato e favorire il latte straniero, in primis quello proveniente dall’Europa dell’est.

L’associazione chiederà inoltre alle Procure di accertare le responsabilità del Ministero delle politiche agricole in relazione ai mancati provvedimenti a sostegno degli allevatori italiani, alla luce della possibile omissione di atti d’ufficio e concorso in aggiotaggio.