Italia in recessione, ora rischio manovra correttiva


Dati Istat: nel quarto trimestre del 2018 il Pil è sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua. L’Italia è in recessione tecnica, ricorso a manovra correttiva?

Dati Istat: nel quarto trimestre del 2018 il Pil è sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua. L'Italia è in recessione tecnica

Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2018 il Pil è sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua e il rischio di una manovra correttiva appare all’orizzonte.

“L’Italia è in recessione tecnica. E’ ufficiale! Il dato è ben peggiore del -0,1% preventivato da alcuni. Ora il rischio di una manovra correttiva è dietro l’angolo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Anche se ieri sia Conte che Tria hanno cercato di minimizzare l’effetto sui conti pubblici, è evidente che, anche se la colpa del risultato fosse della Cina e della Germania, come sostenuto dal Premier, le stime vanno comunque rifatte. Anche prendendo per buono l’impatto sul Pil dovuto alle misure contenute nella Legge di Bilancio, pari a 0,4 punti percentuali, è chiaro che, partendo da un dato inferiore per il 2018, il risultato cambia anche per il 2019. Forse le stime di crescita del Fmi e di Bankitalia, per entrambi +0,6%, sono pessimistiche, ma certo a fine anno il Pil non potrà salire dell’1 per cento” prosegue Dona.

“Di conseguenza vanno rivisti i rapporti tra deficit e Pil e tra debito e Pil che, alla luce dei dati di oggi, risultano sballati. Prima il Governo corregge il tiro, quindi, meglio è, altrimenti a fine anno la stangata sarà maggiore” conclude Dona.

Codacons: dato peggiore del previsto

Un calo peggiore delle aspettative che getta ombre inquietanti sul futuro dell’economia italiana. Così il Codacons giudica i dati forniti dall’Istat e relativi al Pil nel quarto trimestre 2018 che registra una contrazione dello 0,2%.

“Non possiamo non esprimere preoccupazione di fronte all’ingresso dell’Italia nella recessione tecnica, una situazione che avrà conseguenze dirette per consumatori e imprese – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Il calo del Pil è peggiore delle previsioni ed il peggior risultato degli ultimi 5 anni, e deve portare il Governo a correre ai ripari per evitare ripercussioni su industria e imprese. Il rischio concreto, tuttavia, è che scattino le clausole di salvaguardia con il conseguente incremento delle aliquote Iva nel 2020, una circostanza che determinerebbe il colpo di grazia per consumi e commercio, e un danno immenso per le famiglie” conclude Rienzi.

Uecoop: frenano anche le cooperative

L’incerta situazione economica frena anche le cooperative che in controtendenza rispetto alla media degli ultimi anni nel 2018 perdono quasi tremila posti di lavoro con un calo dello 0,2% pur continuando a occupare oltre un milione e 278mila persone a livello nazionale di cui il 95% assunte in modo stabile. E’ quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Camera di commercio di Milano Lodi e Monza in relazione agli ultimi dati Istat che nell’ultimo trimestre del 2018 registrano una contrazione del Pil dello 0,2% con l’Italia che entra così ufficialmente in recessione tecnica.

Lo stallo dell’economia nella seconda metà dell’anno si è fatto sentire anche sul numero delle imprese cooperative diminuite dell’1,1% fino a 80.187 realtà contro le oltre 81mila del periodo precedente.

Una situazione che ha pesato sulla tradizionale capacità delle coop di creare posti di lavoro in quasi ogni settore produttivo, dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall’agricoltura all’abbigliamento, dall’informatica all’edilizia, dai trasporti alla vigilanza.

L’edilizia è fra i settori più colpiti dal punto di vista occupazionale con oltre 400mila posti persi negli ultimi dieci anni dalla grande crisi del 2008 a oggi mentre il settore della sanità e dell’assistenza sociale è invece quello che con oltre 355mila addetti per 7 milioni di pazienti, resiste meglio alla crisi generando il 21,6% del valore aggiunto del mondo cooperativo secondo l’Istat.