Persone scomparse: dal 1974 ne restano 57.713 da rintracciare


Online la XX Relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse: dal 1974 le persone scomparse in Italia sono 229.687, aumentano i ritrovamenti

Online la XX Relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse: dal 1974 le persone scomparse in Italia sono 229.687, aumentano i ritrovamenti

Evidenziare i risultati raggiunti e le proposte per far fronte alle criticità insite nella gestione e monitoraggio del fenomeno delle persone scomparse. E’ l’obiettivo della XX Relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Mario Papa, il quale ha auspicato con una lettera indirizzata ai prefetti, responsabili con le forze dell’ordine del coordinamento delle ricerche, l’aggiornamento dei piani provinciali per migliorare le ricerche dei soggetti vulnerabili. In particolare, minori, donne, anziani e soggetti affetti da patologie psichiche, soprattutto quando questi scompaiono dagli ospedali e case di cura.

Per rendere, poi, più efficace l’azione amministrativa e l’informazione nel settore, l’Ufficio del commissario ha avviato delle iniziative sia nel campo della formazione degli operatori delle Forze dell’Ordine che nelle scuole, per prevenire il fenomeno delle fughe da parte degli adolescenti.

In allegato alla relazione, viene anche presentato il progetto “Dove sei? Quando di un giovane si perdono le tracce” che, d’intesa con l’Associazione psicologi per i popoli ed avviato a Latina, potrà essere messo in pratica anche nelle altre realtà territoriali e svolgere così una fondamentale opera di prevenzione.

Per quanto riguarda la gestione dei corpi senza nome – la cui competenza afferisce ad una molteplicità di soggetti istituzionali, tra cui le Procure della Repubblica, gli Istituti di medicina legale, i Comuni (questi ultimi per quanto riguarda lo stato civile) e non ultime le Forze dell’Ordine (intervenute al momento del ritrovamento) – è stato inserito nella relazione il modello di disciplinare operativo.

Sono oltre un centinaio i DNA di familiari di persone scomparse che, su iniziativa dell’Ufficio e dietro specifica autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, hanno già cominciato ad alimentare la Banca Dati Nazionale.

Il dettaglio statistico dei dati

Dal 1974 (anno di avvio delle statistiche in materia) al 31 dicembre 2018, in base ai dati forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, le persone scomparse in Italia assommano a 229.687. Di queste ne sono state ritrovate 171.974 e 57.713 sono ancora da rintracciare.

In particolare: sono 14.504 i maggiorenni scomparsi (5.928 italiani e 8.576 stranieri), 41.655 i minorenni (2.412 italiani e 39.243 stranieri) 1.554 le persone scomparse ultra 65enni (1.311 italiani e 243 stranieri).

I maschi sono 44.830 (6.338 italiani e 38.492 stranieri), le femmine 12.870 (3.309 italiane e 9.561 straniere), per 13 non è stato specificato il sesso nella denuncia (4 di cittadinanza italiana e 9 ignota, di cui 8 minorenni e 5 maggiorenni). Gli italiani scomparsi all’estero sono 235, di cui 38 minorenni, 168 maggiorenni e 29 over 65.

Le regioni con il più alto numero di persone scomparse da rintracciare sono la Sicilia (16.635, dato però da considerare in relazione agli allontanamenti dei cittadini stranieri dai centri di accoglienza), il Lazio (8.023), la Lombardia (6.103), la Campania (4.699), la Calabria (4.659) e la Puglia (4.080).

Nel corso dell’anno 2018 è stato, comunque, registrato un incremento del trend delle persone rintracciate. In particolare, al 31 dicembre 2018 i ritrovamenti sono saliti al 74,4% rispetto al 57,8% del precedente anno.

Le fughe dai centri di accoglienza, con particolare riguardo ai minori stranieri non accompagnati, continuano a rappresentare il maggior numero dei casi riscontrati dalle Forze dell’Ordine.

L’Osservatorio istituito presso la prefettura di Roma, che monitora e gestisce il problema con il Centro di primissima accoglienza del comune di Roma Capitale, le forze dell’ordine e le Autorità giudiziarie minorili, costituisce un punto di riferimento nazionale e una buona pratica da seguire.