Telefonini in classe: Codacons attacca Bussetti


Il ministro dell’Istruzione Bussetti apre all’utilizzo dei telefonini in classe, Codacons: “Speriamo vivamente che queste dichiarazioni siano uno scherzo di Carnevale anticipato”

Il ministro dell'Istruzione Bussetti apre all'utilizzo dei telefonini in classe, Codacons: "Speriamo vivamente che queste dichiarazioni siano uno scherzo di Carnevale anticipato"

“Speriamo vivamente che le dichiarazioni odierne del Ministro dell’istruzione riguardo l’uso dei telefonini in classe siano uno scherzo di Carnevale anticipato”. Lo afferma il Codacons, bocciando senza mezzi termini un possibile ingresso dei cellulari nelle aule.

“Siamo pronti ad impugnare nelle sedi opportune qualsiasi provvedimento che autorizzerà l’utilizzo dei telefonini nelle aule scolastiche – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Al di là dell’aspetto fortemente diseducativo di una simile misura, si aprirebbe un rilevante fronte sanitario, considerato che sono stati scientificamente certificati i rischi connessi all’uso degli smartphone, dal punto di vista sia mentale che fisico, specie sui più giovani. Già dal 2011 la Iarc, agenzia dell’Oms, ha classificato i telefonini come prodotti a rischio cancerogeno, e numerosi studi internazionali confermano i pericoli per la salute determinati dai telefonini, specie quelli di ultima generazione, che hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini, ecc.”.

“Un uso intensivo di apparecchi telefonici in uno spazio ristretto come una aula scolastica incrementerebbe in modo evidente i rischi per la salute degli studenti, e porterebbe ad una valanga di ricorsi da parte dei genitori e a provvedimenti inibitori da parte dei tribunali” aggiunge Rienzi.

“Come se non bastasse, la recentissima sentenza del Tar del Lazio che impone una campagna informativa sui rischi per la salute derivanti dall’uso dei telefonini, rende di fatto impossibile l’ingresso dei cellulari nelle scuole, considerato che è vietato diffondere tra i minori prodotti potenzialmente pericolosi” conclude il Codacons.