Napoli, bomba distrugge storica pizzeria Sorbillo


Una bomba in via Tribunali a Napoli distrugge la pizzeria Sorbillo: cinque anni fa il locale era stato incendiato. Il commento della Coldiretti: “Vile attacco della malavita”

Una bomba in via Tribunali a Napoli distrugge la pizzeria Sorbillo: cinque anni fa il locale era stato incendiato. Il commento della Coldiretti: "Vile attacco della malavita"

“Dopo l’incendio di 5 anni fa adesso arrivano anche le bombe… Mi scuso con tutta la Napoli “buona” e con tutte le persone che vivono onestamente perché certi avvenimenti così forti ed eclatanti fanno cadere…”. Così Gino Sorbillo dell’omonima pizzeria nel cuore di Napoli commenta sui social l’esplosione di un ordigno avvenuta nella notte che ha distrutto i locali.

“Un vile attacco della malavita che colpisce un intero settore dal fatturato stimato in 15 miliardi che sostiene l’occupazione di 200.000 addetti a tempo pieno e nel weekend” è il commento della Coldiretti sulla bomba fatta esplodere davanti all’ingresso della storica pizzeria Sorbillo di via Tribunali, nel cuore del centro di Napoli, alla vigilia della giornata internazionale della pizza italiana che si festeggia in tutto il mondo il 17 gennaio.

“La pizza in Italia è il settore di punta dell’agroalimentare dove – sottolinea la Coldiretti – il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8 miliardi con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, compresa la ristorazione. Un business molto appetibile grazie alle 127.000 pizzerie presenti in Italia nel 2018 con la Campania che è la regione che ha il maggior numero di attività inerenti alla pizza, con il 16% sul totale delle pizzerie (e simili). L’impatto dei circa 5 milioni di pizze sfornate al giorno si fa sentire anche sulla produzione agroalimentare in termini di ingredienti utilizzati durante tutto l’anno con circa 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro che, anche per la spinta del riconoscimento Unesco, è stata tutelata nel 2018 dall’obbligo di indicare l’origine in etichetta, per impedire che vengano spacciati prodotti importati come Made in Italy.

“Un successo – conclude la Coldiretti – dovuto alla caparbietà e dedizione di decine di migliaia di imprenditori che ogni giorno contribuiscono a far crescere il prestigio dell’Italia nel mondo che la criminalità non riuscirà certo a fermare”.