Di Maio: pronta la normativa per i riders


Il Ministero del Lavoro di Luigi Di Maio pronto a varare la normativa sul contratto di lavoro dei riders: saranno assicurati tutele su malattie, infortuni e paga minima

Il Ministero del Lavoro di Luigi Di Maio pronto a varare la normativa sul contratto di lavoro dei riders: saranno assicurati tutele su malattie, infortuni e paga minima

È pronta la norma che regolerà il contratto di lavoro dei riders, i moderni ciclofattorini. Entro marzo, ai lavoratori che effettuano consegne per conto delle app di food delivery, saranno assicurati tutele su malattie, infortuni e paga minima.

“L’Italia si prepara ad essere la prima nazione europea a normare questa professione. Qualche giorno ancora per chiudere i dettagli”, spiegano i tecnici del Ministero del Lavoro.

Lo scorso 7 novembre al dicastero si era concluso il tavolo riders voluto dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per assicurare maggiore tutele ai ciclofattorini, i lavoratori del terzo millennio.

Nell’occasione al tavolo erano pervenute tre diverse proposte da parte delle aziende di food delivery per disciplinare i contratti di lavoro che non avevano però soddisfatto i rappresentanti dei riders e i tecnici del Ministero.

Il dicastero dunque in queste settimana ha redatto una proposta in grado di sintetizzare le diverse posizioni finora emerse, valorizzando come sempre il confronto con i rappresentanti delle aziende, con i riders e con le parti sociali intervenute al tavolo.

Gli italiani stanno con i riders e chiedono più tutele

Quattro italiani su dieci (38,1%) che ordinano il cibo sulle piattaforme web ritengono prioritario migliorare il rispetto dei diritti del lavoro dei riders, i ciclofattorini che portano i piatti nelle abitazioni.

E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Censis sul food delivery dalla quale emerge che sono 18,9 milioni gli italiani che in un anno con regolarità (3,8 milioni) e occasionalmente (15,1 milioni) hanno ordinato tramite una piattaforma web cibo pronto cucinato recapitato da operatori del food delivery.

Si tratta del settore più dinamico della ristorazione che ha ormai allargato i suoi confini dalla tradizionale pizza o piatti etnici fino a veri e propri cibi gourmet. Son sempre più i ristoranti di qualità entrati nel giro delle piattaforme come Just Eat, Foodora, Deliveroo, Bacchette Forchette o Uber Eats, accanto alle quali si sono sviluppate numerose realtà locali.

Il boom del cibo a domicilio nelle case degli italiani ha portato però – secondo Coldiretti – un’accesa competizione sui costi tra le diverse piattaforme con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischia a volte di ripercuotersi sull’intera filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari.

Oltre alle condizioni dei lavoratori, sono diversi gli aspetti del food delivery che andrebbero cambiati a giudizio di chi fa ricorso a questo tipo di piattaforme. Il 28% di chi riceve il cibo a casa richiama l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto garantendo adeguati standard igienici, evitando ogni contaminazione e preservando la qualità del cibo.

Ma c’è anche un 25,3% che chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e degli ingredienti che propongono nei loro menù di vendita, e un altro 17,7% vorrebbe migliorare anche l’utilizzo di prodotti tipici e di fornitori locali.

Dopo la tutela dei diritti nel contratto dei riders, la prossima sfida – conclude la Coldiretti – è dunque quella di qualificare ulteriormente il servizio puntando sul una maggiore qualità e sicurezza dell’offerta.