Terremoto Catania: oltre 60 scosse di magnitudo superiore a 2.5


Proseguono gli interventi di soccorso in provincia di Catania dopo la forte scossa di terremoto di stanotte: 10 feriti, edifici lesionati e danni al patrimonio culturale

Proseguono gli interventi di soccorso in provincia di Catania dopo la forte scossa di terremoto di stanotte: 28 feriti, edifici lesionati e danni al patrimonio culturale

Interventi ancora in corso nella provincia di Catania dopo la scossa di terremoto di magnitudo ML 4.8 alle 03:19 di stanotte che ha causato almeno 10 feriti, edifici lesionati e danni al patrimonio culturale. Nelle aree alle pendici dell’Etna colpite dal terremoto sono impegnate squadre USAR e cinofili, sezioni operative dei Vigili del Fuoco dalla Calabria, ed è stata disposta l’allerta per quelle di Lazio, Campania e Puglia.

Nella provincia di Catania funzionari dei Vigili del Fuoco sono impegnati nella verifica delle strutture lesionate e nella rimozione di parti pericolanti come in loc. Piano d’Api presso la parrocchia S. Maria della Misericordia.

Grazie agli oltre 100 Vigili del Fuoco che da stanotte stanno lavorando fra le macerie dopo i crolli per il in provincia di Catania. Fortunatamente non ci sono morti, solo feriti lievi. Vi terrò aggiornati, un pensiero agli sfollati e onore ai pompieri!” ha scritto sul suo profilo Twitter il vicepremier Salvini.

A Zafferana Etnea le squadre USAR (Urban Search and Rescue) hanno salvato 3 cuccioli di cane rimasti bloccati sotto un solaio crollato per il terremoto. In località Pennisi invece è crollato il campanile della chiesa Santa Maria del Carmelo e Sant’Emidio.

Il Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, è in costante contatto con i tecnici del Mibac che partecipano al Comitato operativo della Protezione Civile, riunito dalle prime ore di questa mattina a Roma, e che seguono la situazione in relazione al sisma che ha colpito la zona di Catania.

Le articolazioni del Ministero si sono subito attivate, anche sul territorio, in raccordo con le strutture regionali competenti, ai sensi del vigente Protocollo con la Regione Siciliana, specificatamente previsto per far fronte alle emergenze, per le operazioni finalizzate al rilievo dei danni. Le attività sono in corso e si stanno acquisendo tutti i dati relativi ai danni subiti da opere ed edifici del patrimonio culturale, tra cui molte chiese.

Il Mibac sta presidiando il comitato operativo nazionale, tramite il prefetto Fabio Carapezza Guttuso, direttore dell’Unità per la sicurezza del patrimonio culturale del Segretariato Generale, che sta lavorando in stretta collaborazione con le autorità della Regione Siciliana.​

Come spiega l’INGV l’evento avvenuto alle ore 03:19 italiane del 26 dicembre 2018 (ore 02:19 UTC) di magnitudo ML 4.8 (Mw 4.9) si colloca nell’area etnea, a circa 2 km a N di Viagrande (CT) e Trecastagni (CT), leggermente a Sud Est rispetto alle scosse che si sono verificate nei giorni precendenti sull’Etna. Il terremoto è a 5-6 km dalla costa ed è superficiale con una profondità stimata intorno a 1.2 Km. L’ubicazione dell’evento è molto simile a quella del terremoto del Catanese del 20 febbraio 1818.

Fino a questo momento (ore 10.00) dall’inizio dell’attività etnea (il 23 dicembre), complessivamente nella zona sono avvenute quasi 60 scosse con magnitudo superiore a 2.5 (3 dopo il terremoto di questa notte), la maggior parte sono localizzate nelle vicinanze delle scosse di magnitudo fra 4.0 e 4.3 avvenute il 24 dicembre