I fuori sede in tournée per raccontare il cancro senza paura


La storia vera di una profonda amicizia: l’opera teatrale I fuori sede ispirata alla vita di Giacomo Perini (che interpreta se stesso) in una commedia che dà voce ad oltre tre milioni di italiani affetti da tumore

La storia vera di una profonda amicizia: l'opera teatrale I fuori sede ispirata alla vita di Giacomo Perini (che interpreta se stesso) in una commedia che dà voce ad oltre tre milioni di italiani affetti da tumore

Il 27% dei pazienti oncologici dopo la diagnosi torna ad avere – con tempi diversi in base al tipo di neoplasia, al sesso, all’età d’insorgenza – la stessa aspettativa di vita della popolazione generale. Inoltre oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Il cancro è vita quotidiana per milioni di italiani, eppure sembra ancora difficile immaginarlo come una patologia cronica. Sdoganare la malattia è stato l’obiettivo di un gruppo di ragazzi, pazienti oncologici e studenti di medicina, in scena con l’opera teatrale I fuori sede, la prima dedicata all’esperienza di un tumore in giovane età.

La storia liberamente tratta dalla vita di Giacomo Perini (che interpreta se stesso), dopo lo straordinario successo del maggio scorso, riparte il 12 novembre da Roma (Teatro Ambra Jovinelli), per toccare il 19 novembre Milano (Teatro Manzoni), il 15 dicembre Bari (Teatro Palazzo, in occasione di “FAVO donne”), il 28 febbraio Pavia (Teatro Fraschini, invitati dalla Fondazione Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica), Napoli e poi nuovamente Milano, ospiti dell’Università degli Studi Milano-Bicocca.

Un’opportunità per la Compagnia di testimoniare la forza, il dolore, l’ironia, l’energia di una giovane vita che fa i conti con la sua malattia e al contempo la necessità di una rete di affetti e di amicizie che la sostenga. Ideata dall’Associazione Pancrazio, scritta da Maria Teresa Carpino, con Gigi Palla e Giacomo Perini, ha ricevuto l’apprezzamento della FAVO e dell’AIL.

I fuori sede rientra nel più ampio progetto Racconti di vita, una campagna di sensibilizzazione sulle gravi patologie oncologiche attraverso la formula del teatro, resa possibile da un grant non condizionato di Roche S.P.A. Protagonisti della pièce sono dieci studenti universitari che si trasferiscono a vivere insieme. Uno di loro effettua una visita di controllo per un dolore alla gamba. La diagnosi è di tumore. La dinamica del gruppo di amici di 19-20 anni cambia e tutti si trovano messi alla prova, a fare i conti con l’accettazione della malattia e la sua gestione quotidiana. L’opera teatrale è arricchita dalla presenza di un gruppo di ballerini, campioni mondiali di hip hop, gli Stratos e dalla partecipazione di Luca Valenti, voce in XFactor edizione 2015 e attore nella serie teen di Disney Channel Alex&co. La storia si ispira a quella di Giacomo, un ragazzo romano colpito a soli 18 anni da un osteosarcoma di alto grado, un tumore raro.

“Il cancro – sottolinea il Prof. Francesco Cognetti, Direttore Oncologia medica Istituto Regina Elena di Roma – grazie a terapie sempre più efficaci, è ormai, in molti casi, da considerare una malattia cronica. Se vogliamo che questo sia l’approccio diffuso, dobbiamo riuscire a cambiare la prognosi ancora di tanti tumori. Per farlo occorrono investimenti crescenti in programmi di screening per la diagnosi precoce. E sull’attenzione dovuta alla malattia oncologica, dobbiamo sentirci tutti coinvolti. Ben venga anche uno spettacolo che porti in scena la normalità della vita di un giovane paziente, sanata dalle paure e gli stigmi sociali che solitamente l’accompagnano”.

“La ricerca sulle malattie tumorali del sangue – afferma il Prof. Francesco Gesualdi, Direttore Generale Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma Onlus – avanza con un’incredibile progressione. Le terapie, che in Italia coinvolgono 31.700 pazienti hanno reso le leucemie, i linfomi e il mieloma sempre più curabili. Incrementare la percentuale di guarigione e gli anni di vita guadagnati è il nostro obiettivo, ma la storia de I fuori sede ci richiama anche all’urgenza di migliorare la qualità di vita dei malati”.

“Quello dell’Associazione Pancrazio – segnala il Prof. Giuseppe Novelli – è un progetto prezioso, perché scaturisce dalla voglia di mettersi in gioco dei nostri ragazzi, affrontando insieme le difficoltà e insieme crescendo”. E il Rettore dell’Università di Tor Vergata rilancia: “occorre ora sviluppare sinergie tra tutte le università, perché questi Studenti messi alla prova possano contagiare, con il loro entusiasmo, anche i colleghi di altri atenei”.

“La malattia ha cambiato per sempre la mia vita e mi ha fatto diventare un’altra persona – racconta Giacomo Perini – rivivere in un contesto decisamente insolito come il palcoscenico di un teatro quei momenti così duri è un’esperienza molto forte e di grande emozione. Dal 2014 ad oggi, da quel giorno in cui ho iniziato questa difficile convivenza, ho imparato a conoscermi, sono cresciuto e ho dovuto rispondere a domande faticose. La speranza e il coraggio sono diventate sorelle e mi hanno insegnato ad essere felice per quello che sono. I fuori sede vuole accendere una luce sulla necessità di una normalità condivisa. Perché di cancro si vive”.

“Relazionarsi col paziente – dichiara Francesco Bugamelli, Presidente dell’Associazione Pancrazio – è parte importante del nostro percorso di studenti di medicina. Cominciamo ad avvicinarci al mondo ospedaliero che abiteremo tra qualche anno, imparando non solo a curare, ma a prenderci cura. Entriamo in quel famoso rapporto medico-paziente, centrale per la riuscita di ogni terapia. Ecco, il teatro è tutto questo: ascolto, dialogo, empatia, emozioni. Nel nostro spettacolo la forza comunicativa della finzione teatrale si combina con le storie di persone che vivono la malattia e condividono il nostro approccio. Questo insieme si compone in modo originale nella nostra opera”.

Un altro modo è praticabile, quando alla malattia si associano difficoltà lavorative, familiari e affettive, anche secondo la Vice Presidente della FAVO, la Federazione Italiana Associazioni di volontariato in oncologia: “Guarire dal cancro è possibile, conviverci è una necessità. La nostra Federazione riunisce oltre 500 associazioni di volontariato – ricorda Silvana Zambrini – e da oltre 15 anni rappresenta tutti gli italiani che direttamente o indirettamente lottano contro un tumore. Abbiamo collaborato con grande piacere alla produzione di questa opera teatrale”.

E ha creduto in questo testo anche la Roche, offrendo un grant non condizionato per Racconti di vita, più ampio progetto di sensibilizzazione sulle gravi patologie oncologiche, attraverso la formula del teatro. “Siamo orgogliosi di sostenere questa campagna – conclude Federico Pantellini, Medical Team Leader Oncology Roche S.P.A. – il nostro è un gruppo con una presenza consolidata in Italia da oltre 120 anni, pionieristico nella farmaceutica e nella diagnostica. In onco-ematologia siamo impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative per rispondere a bisogni clinici insoddisfatti mediante lo sviluppo di approcci terapeutici che vanno dall’immunoterapia alle terapie target. Grazie all’innovazione in oncologia sempre più persone possono oggi convivere con il tumore; per migliorare la prospettiva di vita dei pazienti è importante fornire un contributo alla corretta percezione e gestione della malattia. Riteniamo di estrema importanza sostenere iniziative come questa”.

fuori sede saranno protagonisti di una campagna di promozione sulle emittenti del gruppo Radio Dimensione Suono.