Esercitazioni e test a 50 anni dal sisma in Belice


Nella Valle del Belice esercitazione della Protezione Civile per il recupero dei beni culturali e test di nuove tecniche per il rilevamento danni

Nella Valle del Belice esercitazione della Protezione Civile per il recupero dei beni culturali e test di nuove tecniche per il rilevamento danni

Si sono concluse le attività esercitative organizzate dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza della Regione Siciliana, in collaborazione con le Prefetture di Agrigento, Palermo e Trapani e il supporto del Dipartimento della Protezione Civile, connesse con il 50° anniversario del terremoto che, nel 1968, colpì la Valle del Belice.

Le attività, svoltesi dal 1° al ottobre al 4 ottobre presso la Poggioreale International Academy di Poggioreale (Trapani) e dal 9 al 12 ottobre presso Palazzo Filangeri Cutò a Santa Margherita di Belice (Agrigento), sono stati incentrate sulla salvaguardia e sulla tutela dei beni culturali oltre che sul soccorso e l’assistenza socio-sanitaria alla popolazione in situazioni di emergenza.

Le giornate formative sono state curate dal personale del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e di quello della Regione Siciliana, del Dipartimento Regionale Beni Culturali, dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Regione Siciliana, della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
L’ultima giornata formativa è stata dedicata ai giornalisti in qualità di operatori dell’informazione con un corso sulla comunicazione in emergenza, accreditata sulla piattaforma SIGeF.

Nella giornata del 26 ottobre si è approntata un’esercitazione per posti di comando nelle 3 province interessate – Agrigento, Palermo, Trapani – finalizzata a testare la funzionalità dei centri di coordinamento. Le attività si sono svolte preso i 25 Centri Operativi Comunali (COC) di Bisacquino, Calatafimi – Segesta, Campobello di Mazara, Campofiorito, Camporeale, Castelvetrano, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Gibellina, Giuliana, Menfi, Mazara del Vallo, Monreale, Montevago, Partanna, Poggioreale, Roccamena, Salaparuta, Salemi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belìce, Santa Ninfa, Sciacca, Vita, e i 3 Centri Operativi Misti di Sciacca, Corleone e Castelvetrano, i Centri di Coordinamento dei Soccorsi (CCS) presso le 3 corrispondenti Prefetture e la Sala Operativa Regionale Integrata della Regione Siciliana. Contemporaneamente, nello scenario operativo dei Ruderi di Poggioreale, e competenti strutture operative del Sistema, hanno simulato le operazioni di censimento danni, verifiche di agibilità, recupero e messa in sicurezza dei beni culturali.

La cartografia dello scenario operativo è stata elaborata a partire dai dati topografici di base forniti dalle regione siciliana, aggregati con i dati storici del sistema CSRS – Centri Storici e Rischio Sismico – del Dipartimento della protezione civile, immagini ad alta risoluzione acquisite con un rilievo con droni dal Servizio TAS – Topografia Applicata al Soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dati cartografici catastali resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate.

Sui luoghi dell’esercitazione la visita del Capo dipartimento della protezione civile nazionale Angelo Borrelli e di quella regionale Calogero Foti.
Le attività sono servite per testare le delicatissime procedure di recupero dei beni culturali la cui presenza è massiccia sul territorio italiano e per la sperimentazione di una nuova procedura per i sopralluoghi post-evento, che si basa sulla condivisione delle informazioni cartografiche e sull’uso di una cartografia comune a supporto del coordinamento delle attività e per testare la nuova infrastruttura tecnologica del sistema Agitec, messo a punto dal Dipartimento della protezione civile e già utilizzato durante il Sisma Centro Italia. In particolare, si è proceduto ad un primo test di compilazione on-line delle schede AeDES, attraverso l’utilizzo di una app dedicata.

Complessivamente hanno preso parte all’esercitazione oltre 250 tra uomini e donne del Sistema di protezione civile con l’ausilio di circa di 50 mezzi operativi.