Manovra, stangata sulle slot: gestori infuriati


La Legge di Bilancio aumenta la tassazione sulle slot. I gestori di ASTRO bocciano la scelta dell’esecutivo Conte: “Cifre irrealistiche, il Governo vuole fare cassa su apparecchi che le regioni stanno tagliando”

La Legge di Bilancio aumenta la tassazione sulle slot. I gestori di ASTRO bocciano la scelta dell'esecutivo Conte: "Cifre irrealistiche, il Governo vuole fare cassa su apparecchi che le regioni stanno tagliando"

“La cifra che il Governo punta ad incassare dagli apparecchi non è realistica. Palazzo Chigi non considera che diverse regioni italiane – Piemonte, Emilia Romagna, Puglia sono le prime – stanno espellendo slot machine e videolotteries dai territori, con un’inevitabile e pesante ricaduta sulla raccolta e sulle entrate fiscali. Quindi i conti non torneranno”.

Massimiliano Pucci, presidente dei gestori slot di Astro, boccia la misura prevista dalla manovra che consentirebbe al Governo – attraverso un aumento del prelievo su slot machine (+2%) e videolotteries (+1%) – di incassare 6-700 milioni di euro all’anno.

L’aliquota salirebbe dal primo gennaio al 21,25% per le slot e al 7,25% per le Vlt: considerando che la percentuale minima di vincite è fissata dalla legge rispettivamente al 70% e al 15%, i ricavi per la filiera scenderebbero ad un livello che non ha eguali in Europa.

“Non è una manovra, piuttosto una dichiarazione di guerra e l’ennesimo regalo al settore del gioco illegale. Difficile immaginare che le aziende possano continuare ad operare con una tassazione che ha ormai superato quota 70% sui ricavi lordi. La musica in Europa è completamente diversa: in Germania l’aliquota a carico degli operatori è al 22% dei ricavi lordi, in Inghilterra al 25%, in Spagna al 38%. Supportare il reddito di cittadinanza è un obiettivo nobile e la filiera del gioco sarebbe anche disponibile a farlo ma la misura studiata dal Governo Conte finisce per essere punitiva e soprattutto non realistica”, conclude Pucci.

SLOT E VLT: TRA LEGGI DI STABILITÀ, MANOVRE E DECRETI, ALIQUOTE IN CRESCITA CONTINUA

Dall’11,8% del 2012 al 19,25% di oggi: il prelievo erariale sulle slot negli ultimi anni è continuamente aumentato e, stando alle dichiarazioni recenti del vicepremier Di Maio, è destinato a crescere ancora. L’ultimo “ritocco” è solo di qualche mese fa e coincide con l’emanazione del decreto Dignità.

Nell’occasione, la tassa è passata al 19,25% e, secondo quanto dispone il decreto, al 1° gennaio 2023 approderà al 19,6%. L’elenco degli aumenti è lungo: nel 2013 il preu è stato portato al 12,7%, nel 2015 al 13%. Pesante l’incremento deciso con la Legge di Stabilità 2016, che ha portato la tassazione al 17,5%. La manovrina di aprile 2017 ha deciso un ulteriore ritocco dell’aliquota al 19%, prima della modifica disposta dal decreto Dignità.

Va peraltro rilevato come la percentuale del preu si riferisca all’intera raccolta, cioè al denaro materialmente inserito negli apparecchi. Ciò vuol dire che, considerando ciò che effettivamente incassano gli operatori una volta pagate le vincite, l’aliquota reale supera il 60%.

In continuo aumento anche il prelievo delle Videolottery: inizialmente (nel 2009) al 2%, è passato prima al 4% (2012), poi al 5% (2013), prima di essere portato al 5,5% in occasione della Legge di Stabilità 2016. Con la manovrina del Governo Gentiloni le Vlt passano al 6%, con il decreto Dignità al 6,25%, con previsione di ulteriori aumenti fino al 6,6%.

Raccolta ed erario

Nel 2017, secondo un’elaborazione Agipronews su dati dei Monopoli di Stato, il comparto slot e vlt ha fatto registrare una raccolta di 49,2 miliardi (comprensiva delle vincite) e ha versato all’Erario 6,1 miliardi, sui 10,3 miliardi garantiti allo Stato dall’intero settore dei giochi.