Guerra dei dazi USA-Cina: raddoppia il nostro import di soia


La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha effetti anche sul commercio estero dell’Italia che nel 2018 ha aumentato del 49% le importazioni di soia statunitense

Le quotazioni della soia di produzione nazionale sono balzate di 4 euro in una sola settimana raggiungendo un massimo di 381 euro per tonnellata dopo l’annuncio dei dazi cinesi sulle importazioni dagli Usa

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha effetti anche sul commercio estero dell’Italia che nel 2018 ha aumentato del 49% le importazioni di soia statunitense duramente colpita dalle ritorsioni cinesi scattate dopo le prime misure adottate dagli Stati Uniti nei confronti del gigante orientale.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre del 2018. Le importazioni di soia statunitense sono al centro dell’accordo raggiunto nell’incontro tra il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente americano Donald Trump per scongiurare l’estendersi della guerra dei dazi a storici alleati.

L’Italia è il primo produttore europeo di soia con circa il 50% della soia coltivata ma che e comunque deficitaria e deve importare dall’estero. Ad avvantaggiarsi della guerra commerciale tra le due potenze dell’economia mondiale potrebbe essere invece Il vino italiano dopo che le esportazioni del nettare di bacco Made in Italy nel gigante asiatico hanno raggiunto il massimo storico di oltre 130 milioni di euro nel 2017, grazie all’aumento del 29% secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat.

Le ritorsioni di Pechino riguardano infatti tariffe aggiuntive per 60 miliardi di dollari su una lista di prodotti statunitensi tra i quali carne, grano e vino colpiti secondo Bloomberg con extra tariffe del 10%, come risposta alle nuove misure per 200 milioni di dollari varate dal Presidente Usa Donald Trump.

Gli Stati Uniti hanno esportato vino in Cina per un valore di 70 milioni di euro in aumento del 33% nel 2017 e si collocano al sesto posto nella lista dei maggiori fornitori, immediatamente dietro all’Italia. Per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi la Cina è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi.

In realtà l’estendersi della guerra dei dazi tra i due giganti dell’economia mondiale ai prodotti agroalimentare apre scenari inediti e preoccupanti nel commercio mondiale anche con il rischio di anomali afflussi di prodotti sul mercato comunitario che vanno attentamente monitorate per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie.

Non è un caso che Trump abbia annunciato l’intenzione di reagire contro la Cina “se i nostri agricoltori e allevatori saranno colpiti” e per questo sono già stati attivati sostegni ai farmers statunitensi per 4,7 miliardi di dollari come aiuto per compensare le perdite provocate dalla guerre commerciali che sono scaturite dall’applicazione dei dazi. Di queste risorse, pagamenti per 3,6 miliardi saranno assegnati ai coltivatori di soia particolarmente penalizzati nelle esportazioni dalle ritorsioni cinesi.

L’aiuto è solo una parte dei 12 miliardi di dollari promessi dall’amministrazione Trump per compensare le difficoltà causate ai farmers dalla guerra commerciali e che riguardano anche sorgo, mais, grano, latte, carne di maiale colpiti direttamente o indirettamente.