Festival del peperoncino di Diamante resta la patria “piccante”


Festival del peperoncino di Diamante resta la patria “piccante” ma questa volta è in compagnia con Violetta la melanzana di Longobardi

Sempre più piccante il Festival del Peperoncino che si dimostra un evento pieno di energia, intuizione, conoscenza, passione, curiosità con la capacità di cogliere il momento e di tradurlo in fattori economici di sviluppo. E, non solo, si potrebbe parlare all’infinito delle proprietà salutistiche dove anche Eros potrebbe darci ragione ma potremmo anche farne la patria delle “storie piccanti”. Nella 26° edizione in corso a Diamante, “Rato e consumato” il matrimonio gastronomico tra Sua Maestà il Peperoncino e la gustosissima Melanzana Violetta di Longobardi.

Accompagnata dall’Amministrazione Comunale, è stata accolta come principessa prediletta dal peperoncino e presentata ai tanti buongustai visitatori nella seconda giornata dell’ormai celeberrimo happening diamantese. La melanzana “Violetta” è una produzione recuperata da alcuni contadini/custodi di Longobardi (CS) che hanno trasferito ai giovani, oggi, fortemente entusiasti dei risultati, la produzione e valorizzazione di questa varietà autoctona fortemente distintiva per qualità organolettiche.

Tanti i piatti frutto del matrimonio che sono stati impreziositi, in particolare la “calabresella” (parmigiana calabrese), semplice da preparare e regina della tavola per le grandi occasioni nella cultura contadina. L’incomparabile eleganza di “Violetta” si concede anche per un utilizzo integrale nella tradizione culinaria del Tirreno Cosentino essendo sposa ideale di Sua Maestà il Peperoncino Calabrese.

Dopo la celebrazione del matrimonio la Violetta di Longobardi ed il Peperoncino di Diamante sono stati protagonisti nello Show Cooking a cura degli Agrichef Campagna Amica al Villaggio Coldiretti Calabria.

Nel top degli acquisti la Violetta è stata la più desiderata dai visitatori del Mercato di Campagna Amica e per molti si è trattato di un acquisto prenotato addirittura con pagamento in anticipo per il timore di non poterla cucinare e degustare.