Maltempo, non solo danni: benefici per i laghi a secco


I grandi laghi del Nord Italia a secco ma arrivano le piogge. Coldiretti: “Livello del Lago Maggiore ai minimi storici”

I grandi laghi del Nord Italia a secco ma arrivano le piogge. Coldiretti: "Livello del Lago Maggiore ai minimi storici"

Non solo danni. L’arrivo del maltempo con la pioggia prevista in questo weekend salva i grandi laghi a secco come il Lago Maggiore sceso al minimo storico del periodo e conseguenti limitazioni alla navigazione.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in occasione dell’allerta della protezione per temporali al Nord, dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia-Romagna.

La percentuale di riempimento del Lago di Idro è del 15%, quella del lago Maggiore è appena il 17% mentre quella del Lago di Como è addirittura solo pari il 10%. Se sul Lago di Como sono emerse spiagge e ciottoli, su quello Maggiore per la navigazione pubblica è stato ridotto il peso massimo dei mezzi ammessi sui traghetti, mentre su quello di Idro con i livelli bassi sono affiorate le alghe.

Le criticità dei laghi sono il risultato dell’andamento climatico anomalo del 2018 che si è classificato nei primi sette mesi come il più caldo dal 1800 con una temperatura media di 1,46 gradi ma è stato anche segnato da improvvise tempeste di vento, pioggia e ghiaccio che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola.

“Ora le precipitazioni sono benvenute per scongiurare un potenziale disastro ambientale nei nostro laghi, ma per ripristinare le scorte idriche devono avvenire – continua la Coldiretti – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni”.

Un allarme che preoccupa anche l’agricoltura dove la nuova ondata di maltempo rischia di creare problemi alle coltivazioni già colpite da oltre mezzo miliardo di danni dall’inizio dell’anno. In questa fase stagionale è la grandine ad essere l’evento atmosferico più temuto per i danni irreversibili che provoca dopo un anno di lavoro nei frutteti arrivati alla raccolta o nei vigneti dove le uve sono pronte per la vendemmia che è iniziata in molte zone e si prevede buona con una produzione, salvo imprevisti, complessivamente in aumento secondo la Coldiretti tra 10% e il 20% con circa 46/47 milioni di ettolitri rispetto ai 40 milioni dello scorso anno.