World Water Week: i benefici “nascosti” dei nostri fiumi


Rapporto WWF in occasione della World Water Week di Stoccolma (26-31 agosto): quando i fiumi sono in buono stato di salute aiutano a mitigare i disastri naturali

Rapporto WWF in occasione della World Water Week di Stoccolma (26-31 agosto): quando i fiumi sono in buono stato di salute aiutano a mitigare i disastri naturali

Sottovalutare i benefici “nascosti” dei fiumi è una minaccia per le economie e lo sviluppo sostenibile. E’ questo  il messaggio lanciato in occasione dell’apertura della World Water Week, che si terrà a Stoccolma da oggi e fino al 31 agosto.

Mentre inondazioni e siccità devastano comunità e Paesi in tutto il mondo, un nuovo rapporto del WWF (scaricabile in formato PDF a questo link) sottolinea come i fiumi, quando sono in buono stato di salute, siano capaci di mitigare i disastri naturali: tutti benefici “nascosti” che potremmo perdere se si continua a sottovalutare e trascurare il vero valore dei corsi d’acqua.

Il rapporto Valuing Rivers sottolinea come la visione ristretta che si ha dei fiumi, spesso considerati solo fonte primaria di acqua e energia, metta a rischio altri benefici cruciali, dalla pesca d’acqua dolce alla protezione naturale dalle inondazioni per le città o la capacità dei delta di proteggere le coste dall’innalzamento dei mari grazie all’accumulo di sedimenti provenienti dai fiumi.

I corsi d’acqua producono benefici diretti per centinaia di milioni di persone, ma sono ancora trascurati e con una priorità bassa nelle agende dei decisori politici, almeno fino a quando un fiume scompare o provoca danni.

Nel rapporto si dimostra come un approccio miope sulla questione sia costoso e capace di provocare ulteriori perdite economiche nel futuro. Il 19% del PIL globale, infatti, proviene da bacini che hanno già un rischio idrico elevato o molto elevato, mentre la maggior parte dei grandi delta del mondo (tra cui il Gange, l’Indo, il Mekong, il Nilo e lo Yangtze) stanno riducendo la loro portata o si stanno prosciugando.

“La riduzione della pesca d’acqua dolce e l’estinzione dei delta sono solo due esempi dei danni collaterali del mancato riconoscimento dei benefici dei fiumi oltre a acqua e energia- ha affermato Stuart Orr, WWF Freshwater Practice Lead-. Se non vogliamo indebolire le economie e mancare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, dobbiamo trasformare subito il nostro modo di valutare e gestire i fiumi”. 

Lo studio del WWF descrive il ruolo centrale che i fiumi hanno in molte culture e religioni e l’ampia gamma di benefici che derivano da fiumi sani, in particolare quelli con un flusso libero da sbarramenti: 2 miliardi di persone contano sulla presenza dei fiumi per l’approvvigionamento di acqua potabile; 500 milioni di persone vivono sui delta che mantengono il loro stato grazie ai sedimenti trascinati a valle dai fiumi e il 25 % della produzione alimentare mondiale dipende dall’irrigazione dai fiumi.

Ogni anno, poi, vengono pescate almeno 12 milioni di tonnellate di pesci d’acqua dolce che si traducono in cibo e mezzi di sussistenza per decine di milioni di persone.
Nel rapporto si analizzano le pressioni sempre più incalzanti , come lo sviluppo delle dighe, i cambiamenti climatici e la crescente domanda di acqua per l’irrigazione agricola e le centrali idroelettriche, e si fornisce un nuovo quadro per migliorare il modo in cui le società misurano, valorizzano e promuovono i diversi benefici dei fiumi con soluzioni per una gestione sostenibile.

Un forte e positivo potenziale in questo senso è dato dalle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, il telerilevamento e la gestione dei dati attraverso il sistema di blockchain, tutti sistemi che offrono metodi promettenti per migliorare il modo in cui misuriamo i sistemi idrici e fluviali. Miglioramenti dei metodi di valutazione delle risorse idriche, quantificazione dei servizi ecosistemici e valutazione dei compromessi offrono anche nuove opportunità. Infine, il rapporto raccomanda lo sviluppo di efficaci istituzioni e governance di gestione delle acque  – indicando ruoli per governi, aziende e istituzioni finanziarie, affinché vengano prese le migliori decisioni globali e sotto il ‘segno’ della sostenibilità.

“I fiumi non sono semplici tubi in cui scorre l’acqua, dunque non dobbiamo accettare come inevitabile ’effetto collaterale’ dello sviluppo, la perdita di tutti quei benefici che ci forniscono- ha dichiarato Jeff Opperman, capo del WWF Global Freshwater Scientist e autore del report-. L’innovazione, accanto alle soluzioni già esistenti, ci offre la possibilità già da ora di conciliare la crescita economica sostenibile con la presenza di fiumi in buono stato di salute”.

E conclude: “Questo non è un gioco a ‘somma zero’, dove il beneficio di una parte è a discapito dell’altra: comunità, aziende e governi possono – e devono – contribuire a tracciare un percorso migliore che aiuti a proteggere l’acqua per tutti, mantenendo al contempo queste ‘vene vitali del pianeta’ a beneficio delle  persone e della natura”.