Crollo ponte Morandi, Toninelli attacca Autostrade


Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli interviene sul crollo del ponte Morandi a Genova che ha causato decine di vittime: “Piano Marshall per manutenzione. Vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi”

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli interviene sul crollo del ponte Morandi a Genova che ha causato decine di vittime: "Piano Marshall per manutenzione. Vertici di Autostrade per l'Italia devono dimettersi"

Mentre sale a 37 il numero di vittime accertate dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, avvenuto poco prima delle 12:00 del 14 agosto, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che ieri si è recato nel capoluogo ligure, annuncia misure urgenti per evitare tragedie simili in futuro.

Il ministro ha sottolineato di essere in grande apprensione per ciò che è accaduto a Genova e ha dimostrato da subito la sua totale vicinanza in queste ore alla città.

Toninelli ha inoltre assicurato che “in questi 60 giorni di governo abbiamo dato immediatamente mandato di lavorare su manutenzione e messa in sicurezza dei viadotti e al loro monitoraggio attraverso dei sensori”.

Il problema delle infrastrutture della nostra Penisola, come evidenziato da un’analisi del Cnr dopo la tragedia di Genova, è legato all’anzianità delle stesse e all’elevato rischio di nuovi crolli.

“Quasi tutti, costruiti tra gli anni ’50 e ’70 hanno bisogno di manutenzione ordinaria. Questo governo metterà i soldi proprio lì, per evitare che capitino ancora tragedie di questo tipo” ha sottolineato in merito Toninelli.

“Da cittadino italiano mi dispiace constatare che su queste infrastrutture non sia stata fatta tale manutenzione e questi fatti ne sono la testimonianza” ha concluso Toninelli, presente sul posto assieme al viceministro Edoardo Rixi per seguire le operazioni di soccorso.

Toninelli: “I vertici di Autostrade devono dimettersi”

Il ministro ha poi attaccato duramente i vertici di Autostrade per l’Italia: “Sono passate nemmeno 24 ore dalla tragedia che ha colpito Genova, e come tutti noi ho ancora negli occhi quelle terribili immagini del crollo del ponte Morandi. Oggi sarò tra le macerie macchiate di sangue e provo rabbia perché in un Paese civile non si può morire per un ponte che crolla. Lo voglio ribadire con ancora più forza: chi ha colpe per questa tragedia ingiustificabile dovrà essere punito. Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto” ha scritto sulla sua pagina Facebook.

“E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato.
Contemporaneamente a questi atti doverosi, dobbiamo badare a ricostruire e manutenere, seppure con il pensiero sempre rivolto alle vittime e alle loro famiglie” ha aggiunto Toninelli.

Il futuro della viabilità a Genova e il Piano Marshall

Toninelli ha spiegato che “per quanto riguarda Genova, verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la ‘Strada a mare’. Per la ricostruzione del ponte Morandi, che voglio sottolineare necessitava di manutenzione da decenni, verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali”.

“Quindi, il nostro impegno continuerà ad essere quello di investire soldi per la cura e la ristrutturazione dell’esistente. Ci sarà un vero e proprio piano Marshall per la messa in sicurezza delle nostre infrastrutture, molte delle quali sono state costruite negli anni ’60 e ’70. Penso sia nostro dovere usare i soldi pubblici per la manutenzione di queste arterie vitali del nostro Paese, invece di sprecarli in mastodontiche opere inutili. Un progetto su cui punto molto è quello per un monitoraggio attraverso semplici sensori che verificano la stabilità di infrastrutture e viadotti. Un sistema tecnologico che ci permetta di dire: mai più stragi come quella di Genova” conclude.

Codacons si rivolge alla Procura: subito una perizia sul ponte

Il Codacons intanto chiede alla Procura di Genova un’immediata perizia sulla struttura e un’indagine per strage e crollo colposo o per dolo eventuale, oltre alla nomina tecnici esperti (geologi e ingegneri strutturali) per collaborare agli accertamenti.

Inoltre, l’Associazione presenterà un’istanza di accesso al MIT per sapere data e nomi dei tecnici che hanno effettuato l’ultimo controllo sul ponte: il Decreto Ministeriale n. 341 del 1° ottobre 2012, infatti, ha istituito la “Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali” deputata proprio allo scopo di supervisionare i concessionari e vigilare sui “provvedimenti ritenuti necessari ai fini della sicurezza del traffico autostrade medesimo”.

“A quanto si apprende dalle prime notizie di stampa, infatti, sul ponte crollato transitavano tre TIR: in attesa di appurare la dinamica esatta della tragedia, non possiamo non constatare come le battaglie portate avanti nel corso del tempo per limitare la circolazione dei mezzi pesanti – almeno durante gli esodi, come la vigilia di Ferragosto – si siano purtroppo rivelate inutili” afferma l’associazione dei consumatori.

“Il nuovo ministro Toninelli – attacca il Codacons – ora si scaglia contro i responsabili del disastro, ma ha già deciso di scendere in campo contro la magistratura che attraverso una sentenza ha limitato la circolazione dei TIR. Ecco cosa si legge nel ricorso in appello presentato dal MIT – incredibilmente – insieme alla lobby dei trasportatori e a Confindustria: L’eventuale adempimento alle disposizioni della sentenza de qua, comporterebbe un’azione forte da parte del mondo produttivo e di quello dell’autotrasporto con eventuali condizioni e situazioni da “scontro sociale”, che avrebbe inevitabili ripercussioni sulla stabilità economico – produttiva del Paese, con il diretto coinvolgimento del Governo”.

Per il Codacons non si può dire che il Ministero fosse all’oscuro del pericolo: “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non può non considerare, nel fissare le suddette limitazioni, che anche in particolari giornate che precedono e seguono le festività, si registrano incrementi dei volumi di traffico, con conseguente aumento del rischio di sinistri stradali”.