Siria, offensiva governativa a Daraa: 20mila sfollati


Allarme dell’UNICEF: 4 bambini uccisi negli scontri tra forze governative e ribelli nel Sud-Ovest della Siria. Oltre 20mila sfollati

Allarme dell'UNICEF: 4 bambini uccisi negli scontri tra forze governative e ribelli nel Sud-Ovest della Siria. Oltre 20mila sfollati 

L’esercito siriano ha lanciato un’offensiva militare nella città di Daraa, nel Sud-Ovest del Paese vicina ai confini con Libano, Giordania e Israele. L’attacco delle truppe governative contro le forze ribelli avrebbe provocato, secondo l’UNICEF, l’uccisione di almeno 4 bambini e il ferimento di decine di persone nelle zone dove infuriano i combattimenti.

“Gli orrori non conoscono limiti in Siria, dove, nell’ultima ondata di violenze nel Sud-Ovest del paese, i bambini sono stati ancora vittime di scontri a fuoco. I combattimenti, in soli tre giorni, hanno costretto allo sfollamento circa 20.000 bambini e le loro famiglie. Ci sono notizie di 4 bambini uccisi e molti altri feriti. I recenti attacchi hanno gravemente danneggiato le infrastrutture civili – violando la legge umanitaria internazionale – tra cui un ospedale da campo che adesso è inutilizzabile” ha affermato Henrietta H.Fore, Direttore Generale dell’UNICEF.

“I minori e le loro famiglie hanno bisogno di cibo, servizi igienici, medicinali e protezione. A tutti coloro che desiderano fuggire dovrebbe essere consentito di raggiungere posti sicuri, lontano dalle immagini e dai suoni della guerra” ha aproseguito.

“Chiedo alle parti in conflitto in Siria di rispettare il principio fondamentale di protezione dei civili in conflitto e di mettere sempre al primo posto la sicurezza e il benessere dei piccoli. L’UNICEF è pronto a supportare le persone colpite da questa nuova escalation di violenza. I nostri team stanno già fornendo a centinaia di migliaia di famiglie nel Sud-Ovest del paese supporto psicosociale, per la salute, la nutrizione, l’acqua e servizi igienico-sanitari, l’istruzione. I bambini della Siria stanno vivendo sofferenze inaccettabili. Questa non può diventare la nuova normalità” ha concluso Fore.