Migranti sulla Maersk sbarcati a Pozzallo: arrestato scafista


I 113 migranti imbarcati dalla nave mercantile Maersk sbarcano nel porto ragusano. La Polizia ha arrestato lo scafista: è un 29enne cittadino sudanese

I 113 migranti imbarcati dalla nave mercantile Maersk sbarcano nel porto ragusano. La Polizia ha arrestato lo scafista: è un 29enne cittadino sudanese

Mentre il destino delle persone a bordo della Lifeline è ancora incerto nonostante l’ingresso nelle acque maltesi, è finita l’odissea dei 113 migranti salvati dalla nave mercantile Maersk battente bandiera danese e finalmente sbarcati nel porto di Pozzallo in provincia di Ragusa dopo giorni di attesa.

Ma è anche finita per il momento la carriera di scafista del giovane ventinovenne sudanese che, con un’imbarcazione di legno, si  messo in mare con il suo carico di disperati, molti dei quali suoi connazionali.

Una foto, come riferisce la Polizia di stato, lo inchioda alle sue responsabilità: lo scafista, sorridente, con il timone della bagnarola in una mano ed il telefono satellitare “Thuraya” nell’altra, si offre alla fotocamera di un migrante.

È il ventesimo scafista arrestato quest’anno a Pozzallo; lui e i suoi “colleghi” hanno trasportato 3.091 immigrati nell’hot spot della provincia ragusana. Numeri dietro le quali si nascondo storie di cercatori di fortuna che pagano anche 5 mila dollari per arrivare sulle coste europee.

Incredibilmente il salto più pericoloso, quello sul mare per raggiungere l’Italia, è il meno caro: costa mediamente 700 euro. Tanto devono pagare per rischiare la vita su quelle bare a motore pur di poter continuare a sperare.

Ma le indagini hanno accertato anche altro: gli investigatori dicono ad esempio che lo scafista non è stato scelto all’ultimo momento tra i migranti ammassati nella connection house ma è comparso dopo segno di un accordo preventivo e di una organizzazione criminale che ha seguito le ultime fasi del viaggio sino all’imbarco sulla spiaggia dove l’arrestato ha preso il comando della barca e dell’ultima fase operativa della sua missione: allontanarsi dalle coste libiche e telefonare per chiedere soccorso.

I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.