Parte il Governo Conte: anche alla Camera ottiene la fiducia


A Montecitorio approvata la mozione di fiducia al Governo Conte con 350 voti favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti

Alla Camera dei Deputati approvata la mozione di fiducia al Governo Conte con 350 voti favorevoli, 236 contrari e 35 astenuti

Dopo il sì del Senato, anche alla Camera è arrivato il voto di fiducia al nuovo Governo Conte che ora può ufficialmente partire con i provvedimenti tanto attesi dagli italiani.

A Montecitorio il Governo Conte ha ottenuto 350 voti a favore e 236 contrari (35 gli astenuti). Dopo il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche dell’esecutivo, la replica del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e le dichiarazioni di voto, è stata approvata con voto palese, per appello nominale, la mozione di fiducia n. 1-00006, D’Uva, Molteni.

Alla Camera è stata una seduta piuttosto incandescente, soprattutto quando Conte ha accusato i deputati di essere portatori di conflitti di interesse scatenando la reazione dell’aula.

“Anche i vostri tentativi di interrompermi dimostrano che ciascuno ha i suoi conflitti”, dice Conte come riferisce l’agenzia Dire . Su queste parole arrivano le proteste di Enrico Borghi, di Emanuele Fiano e di Ivan Scalfarotto all’indirizzo del presidente della Camera Roberto Fico. Invocano un intervento del presidente di Montecitorio che richiami Conte, al quale non è consentito rivolgersi direttamente ai parlamentari.

Polemica anche per una frase pronunciata dal premier: “Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato quando c’è stato un attacco alla memoria di un congiunto del presidente Mattarella sui social, adesso non ricordo esattamente. Questa veramente è stata una cosa che mi è dispiaciuta”.

Il riferimento è alle frecciate social che sono state indirizzate a Mattarella nei giorni di incertezza sul futuro Governo Conte e del braccio di ferro su Savona come ministro dell’Economia. Addirittura, in quei giorni, era girata sui social la frase “La mafia ha ucciso il Mattarella sbagliato”.

L’utilizzo della parola “congiunto” per indicare il fratello del capo dello Stato, Piersanti Mattarella, ex governatore della Sicilia ucciso dalla mafia, senza però citarne il nome non è piaciuto a molti. Tanto più condito dalla frase “adesso non ricordo esattamente” che a molti ha fatto balenare l’idea che forse il professore Conte non avesse un’idea precisa di cosa stesse parlando.