Coldiretti: perché fruit drink made in Calabria ingannevoli?


Coldiretti: nelle bibite con succo di frutta c’è chi indica l’origine e chi prova ad ingannare i consumatori. Molinaro: premiare chi dà le informazioni giuste

Perché controllare i fruit drinks made in Calabria ingannevoli? Coldiretti: nelle bibite con succo di frutta c’è chi indica l’origine e chi prova ad ingannare i consumatori

L’allarme arriva dalla Coldiretti Calabria contro il colosso Coca cola-Fanta, su un’etichetta fantasma che di vero ha solo le bollicine. La domanda è tendenziosa ma obbiettiva. In un mondo consumistico dove ci si trova di tutto e di più la risposta è di parte, possibilmente dalla parte del consumatore. Ma la crudeltà del mercato globale, dove dominano le holding del drinks la fanno da padrona.

Dove non si capisce, cosa ci beviamo e si elude la legge di tracciabilità alimentare, fingendo di offrire una bibita con una buona percentuale di frutta, del resto come impone la legge. Ma quale legge se poi ognuno si crea in laboratorio un succo o un drink che non ha neppure una lacrima di frutta.

Educare il consumatore ad una corretta lettura dell’etichetta

La Calabria fa tendenza e gusto. La cedrata più famosa “Tassoni”, lodata da Mina, sceglie di indicare nella bibita, l’origine del prodotto agricolo varietà “Diamante- Calabria”. Lo pubblicizza in lungo e largo dando un indubbio valore all’agricoltura calabrese. Questo marchio, capendo il valore dell’origine, apre prospettive importanti per le nostre produzioni uniche, in questo caso il cedro, che caratterizzano territori, paesaggi e popolazioni quali quelle della costiera dei cedri.

“Ma nel mentre c’è chi fa questa chiara scelta, – informa Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – la più conosciuta aranciata prodotta dalla multinazionale Coca-Cola, la Fanta per intenderci, per evitare di adeguarsi alla normativa italiana che prevede dal 6 marzo u.s. l’utilizzo del 20% di succo di arance nelle aranciate, fa sparire dalla bottiglia il termine aranciata ma raffigura ben evidenti il tricolore italiano. Insomma mentre altre industrie produttrici di aranciate si sono adeguate, alcune andando anche oltre il 20% di succo, la Coca-Cola guarda con alterigia l’Italia e prende le distanze. Ma come si sa arbitro del mercato è il cittadino – consumatore che è sempre di più consapevole nelle preferenze; lui sicuramente saprà scegliere con like di condivisione per chi non lo inganna e penalizzazioni per chi è poco trasparente”.