Napoli: minorenne costretta a prostituirsi fa arrestare i suoi aguzzini


La minorenne nigeriana era arrivata a Napoli da Lampedusa e affidata a una “madame”: costretta alla prostituzione per saldare un debito di 30mila euro contratto con rito voodoo

Napoli: minorenne nigeriana arrivata da Lampedusa e affidata a una "madame". Costretta alla prostituzione per saldare un debito di 30mila euro contratto con rito voodoo

Costretta a prostituirsi sotto il controllo di una “madame”, una minorenne nigeriana ha denunciato tutto alla Polizia e ha fatto arrestare i suoi aguzzini.

Sbarcata a Lampedusa si è ritrovata a Napoli, e insieme a una compagna di viaggio, è stata costretta a prostituirsi per saldare un debito di 30mila per la sua liberazione.

Gli uomini della questura di Napoli, questa mattina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, un italiano e 3 cittadini nigeriani accusati di associazione per delinquere a carattere di transnazionalità, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione.

Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile di Napoli sono state avviate nell´aprile del 2016 in seguito alla denuncia fatta da una ragazza minorenne nigeriana, che riferiva di essere arrivata in Italia a bordo di un barcone dopo aver percorso un lungo viaggio, stipata in due autobus, insieme ad altri 140 connazionali, fino alla Libia.

Arrivata a Lampedusa, contattata da un uomo, è stata poi accompagnata in zona Giugliano di Napoli, dove è stata consegnata ad una “madame” di nome Glory. La ragazza, prima di lasciare il suo villaggio, era stata sottoposta al “rito voodoo”, che, nella regione di origine della minorenne, è chiamato “juju”.

Molte di loro sognano un lavoro normale in Europa ed è per questo che, anche a rischio della propria vita, si imbarcano in un viaggio lungo e faticoso.

Tutte hanno contratto un debito per pagare le spese del viaggio e a tutte viene praticato un rito magico fatto dal baba-loa, ovvero, un santone che pratica il voodoo.

Il baba-loa è una figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone non musulmane della Nigeria meridionale. Sembra che nello stato di Edo ci siano infatti ben 5mila baba-loa, regolarmente iscritti a un albo professionale di categoria, i cui compiti sono legati soprattutto al bisogno di unione comunitaria, mediazione nei conflitti sociali e familiari, nonché gli si attribuiscono virtù di carattere terapeutico.

In genere le ragazze vengono portate dal baba-loa, che le fa inginocchiare, si fa consegnare un ciocca di capelli, dei peli pubici, una fotografia, un lembo del vestito, unghie dei piedi, un assorbente sporco e li mescola in un sacchetto pieno di polveri magiche. Invoca gli spiriti degli antenati e le ragazze giurano che obbediranno sempre alla signora (“maman, mommy o madame”) che le deve portare in Italia.

Questo tipo di rito voodoo contribuisce a rendere docili ed obbedienti le ragazze, terrorizzate dal fatto che alcune parti del loro corpo sono nelle mani dello stregone, pertanto si considerano legate a doppio filo all’impegno preso.

L’ordinanza è stata emessa dal tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.