Bullismo, Garante infanzia: “Mediazione diventi materia scolastica”


“Istituire spazi di mediazione nelle scuole gestiti dagli studenti con il supporto dei docenti”. Scatole della mediazione e sportelli, tra gli strumenti proposti, frutto di una sperimentazione realizzata dall’Autorità Garante in Italia, per prevenire il bullismo

Prevenire il bullismo è possibile. Per farlo è necessario far crescere tra i ragazzi la “cultura della mediazione”. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – di fronte al ripetersi di episodi di bullismo – avanza alcune proposte

Prevenire il bullismo è possibile. Per farlo è necessario far crescere tra i ragazzi la “cultura della mediazione”. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – di fronte al ripetersi di episodi di bullismo – avanza alcune proposte, frutto di una serie di esperienze pilota compiute nelle scuole italiane.  Si tratta dei risultati di due progetti realizzati dall’Autorità garante – “Dallo scontro all’incontro: mediando s’impara” e “Riparare: conflitti e mediazione a scuola” – che hanno coinvolto oltre mille studenti italiani tra gli 11 e i 14 anni.

“La mediazione va introdotta nei programmi scolastici come materia di studio” afferma la Garante Filomena Albano. “Una formazione rivolta ai giovani perché possano acquisire capacità di ascolto e di mediazione e siano così coinvolti, in maniera attiva, nella gestione dei conflitti a scuola. Ma anche una formazione di cui siano destinatari gli adulti affinché possano acquisire strumenti utili per la gestione della conflittualità”.

In tutte le scuole, sempre secondo l’Autorità garante, andrebbero istituiti degli ‘spazi di mediazione’, gestiti dagli stessi studenti, con il supporto dei professori. “Pensiamo a luoghi nei quali si pratichi un approccio non violento per la risoluzione dei conflitti. Spazi nei quali si pratichi l’ascolto, la comprensione delle vite altrui e la ricerca di ‘accordi’ per il futuro”. E cosa fare con chi ha comunque violato le regole? “In analogia a quanto accade con la giustizia ordinaria, andrebbe introdotto il concetto di ‘riparazione’. Non è toglier di mezzo le sanzioni ma, al contrario, la giustizia riparativa rappresenta una loro integrazione. Riparare il danno rende infatti praticabile la prospettiva di una responsabilità ‘verso qualcuno’ e non ‘per qualcosa’. Il che rappresenta un grande passo in avanti nella cultura della comprensione dell’altro”.

Altro strumento, proposto dall’Autorità garante e nato dalle sperimentazioni condotte nelle scuole, è la cosiddetta ‘scatola della mediazione’, collegata all’istituzione di uno sportello di mediazione in ciascun istituto. Si tratta di contenitore da collocare all’ingresso delle scuole che potrebbe consentire a chi ha bisogno di inserirvi il proprio nome e la classe di appartenenza per essere contattato dallo sportello. Tutte queste iniziative dovrebbero poter essere istituzionalizzate attraverso l’adozione di regolamenti scolastici che le facciano proprie.

“La mediazione è un mezzo potente – conclude la Garante – perché crea lo spazio, attraverso l’ascolto, per la relazione, nel momento in cui si instaura un clima di fiducia”. E per questa via consente di agire per prevenire il bullismo.