Origine in etichetta, la FAO “alleata” dell’Italia


Ricerca FAO/Bers riconosce a livello internazionale il valore economico, sociale e reputazionale dei prodotti alimentari registrati con un’etichetta d’indicazione geografica

Mentre la FAO si schiera a favore dell’indicazione di origine sugli alimenti, l’Unione Europea garantisce un sostanziale il via libera ad accordi di libero scambio, dal Messico al Canada al Giappone

Mentre la FAO si schiera a favore dell’indicazione di origine sugli alimenti, l’Unione Europea garantisce un sostanziale il via libera ad accordi di libero scambio, dal Messico al Canada al Giappone, che mettono a rischio Indicazioni geografiche dell’Italia che è leader europeo con 293 denominazioni alimentari riconosciute dalla Ue e 523 vini Docg, Doc e Igt.

È quanto afferma la Coldiretti in occasione della diffusione della ricerca FAO/Bers che riconosce a livello internazionale il valore economico, sociale e reputazionale dei prodotti alimentari registrati con un’etichetta d’indicazione geografica attraverso la quale i consumatori identificano caratteristiche uniche, come gusto, colore, consistenza e qualità.

“Dall’intesa con il Canada (Ceta) a quella siglata con il Giappone e Singapore, da quella con il Messico fino alla trattativa in corso con i Paesi del Sudamerica (Mercosur) gli accordi di libero scambio da parte dell’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti –legittimano a livello internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi.”

Con il nuovo regolamento che entrerà in vigore nell’aprile 2020, la Commissione Europea secondo la Confederazione ha peraltro perso l’occasione per combattere i falsi a tavola con una etichetta trasparente che indichi obbligatoriamente l’origine degli ingredienti impiegati in tutti gli alimenti come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini europei e l’82% degli italiani, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

“Una scelta che – precisa la Coldiretti – appare ancora più autolesionista alla luce della studio FAO che riconosce come l’etichetta di origine promuova le economie locali in ogni parte del mondo”. Per questo la Coldiretti è impegnata a dare battaglia con l’avvio di una mobilitazione popolare per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana.