Metà della popolazione mondiale a rischio per la malaria


UNICEF: nel 2016 quasi 300 mila minori sotto i 5 anni sono morti a causa della malaria, 800 giovani vite perse ogni giorno

In occasione della Giornata mondiale contro la Malaria l’UNICEF, insieme alla “Roll Back Malaria Partnership”, ricorda che ancora oggi, nel mondo, un bambino ogni due minuti muore a causa della malaria, una malattia prevenibile e curabile

In occasione della Giornata mondiale contro la Malaria l’UNICEF, insieme alla “Roll Back Malaria Partnership”, ricorda che ancora oggi, nel mondo, un bambino ogni due minuti muore a causa di questa malattia prevenibile e curabile che mette a rischio metà della popolazione mondiale. Nel 2016 quasi 300 mila bambini sotto i 5 anni sono morti a causa della malaria: 800 giovani vite perse ogni giorno. Fra tutte le malattie trasmissibili, la malaria è terza, dopo polmonite e diarrea, per numero di bambini morti di età fra un anno e cinque mesi.

Negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi storici: dal 2000 le morti causate dalla malattia sono diminuite di oltre la metà, salvando quasi 7 milioni di vite; dal 2010, 7 Paesi sono stati certificati come “liberi” dalla patologia (Armenia, Kyrgyzstan, Maldive, Marocco, Sri Lanka, Turkmenistan ed Emirati Arabi Uniti); diversi Paesi, fra cui Algeria, Argentina, Paraguay e Uzbekistan, sono sulla buona strada per essere certificati dall’OMS come “liberi da malaria”.

Tuttavia, attualmente ci troviamo di fronte a un bivio: i finanziamenti si sono fermati e i progressi si sono bloccati, mettendo milioni di vite e decenni di investimenti a rischio.

Nel 2016, per la prima volta in 10 anni, i casi di malaria sono aumentati: 216 milioni di persone nel mondo avevano contratto la malattia, 5 milioni in più rispetto all’anno precedente; le morti causate da malaria sono state 445.000 – la maggior parte bambini –, il 91% delle quali in Africa; di queste, circa due terzi (290.000) erano bambini sotto i cinque anni – 800 ogni giorno; alcuni paesi hanno inoltre assistito a un aumento di oltre il 20% dei casi di malaria fra il 2015 e il 2016. Questo aumento è stato causato dalla mancanza di fondi per il controllo e l’eliminazione della malaria, che ammontano a meno della metà di quelli necessari per soddisfare i target globali.

Nel 2016, l’80% dei casi e delle morti di malaria nel mondo si è verificato in soli 15 Paesi – tutti eccetto uno si trovano in Africa. La Nigeria è il Paese che affronta il carico maggiore, con il 27% dei casi a livello mondiale. Dal 2000 la patologia è costata all’Africa subsahariana 300 milioni di dollari all’anno solo per la gestione dei casi e si stima che costi fino all’1,3% del PIL in Africa.

Investire nel controllo della malattia significa investire nella produttività, nel progresso e nello sviluppo orientato alla persona. Alcune ricerche hanno dimostrato che in un periodo di 25 anni la crescita del PIL pro capite in Paesi non colpiti dalla patologia è stata di oltre 5 volte maggiore rispetto a quella dei Paesi colpiti.

Il 2018 è un anno fondamentale per la lotta contro la malaria: i leader della società politica, scientifica, delle imprese e civile si uniranno, da Londra a Dakar, per impegnarsi a sconfiggere la malattia e salvare milioni di vite.

Per questo motivo, l’UNICEF e la Roll Back Malaria Partnership hanno lanciato l’hashtag #readytobeatmalaria, per aumentare la consapevolezza sulle sfide globali e sull’importanza di sconfiggere per sempre questa malattia.