Minacce e insulti al professore: denunciati 6 studenti di Lucca


Devono rispondere di concorso nei reati di violenza privata e minacce nei confronti del professore di Italiano

Sei studenti minorenni sono stati denunciati dagli uomini della Squadra mobile di Lucca per essere responsabili della condotta violenta e derisoria avvenuta qualche giorno fa nei confronti del proprio professore di Italiano

Sei studenti sono stati denunciati dagli uomini della Squadra mobile di Lucca per essere responsabili della condotta violenta e derisoria avvenuta qualche giorno fa nei confronti del proprio professore di Italiano all’interno dell’aula di un Istituto tecnico della città.

Si tratta di 6 studenti minorenni, tra questi anche i due che con i telefoni dei compagni filmavano tutta la scena offensiva e umiliante poi diffusa mediante WhatsApp e che in breve ha fatto il giro del web.

Tutti e sei devono rispondere di concorso nei reati di violenza privata e minacce per l’azione complessivamente volta a umiliare e schernire il professore e inoltre anche per il tentato furto del tablet contenente i dati scolastici che uno di loro ha provato a sottrarre al docente che si rifiutava di dargli un voto superiore al suo rendimento.

Gli agenti hanno anche sequestrato i telefoni cellulari, gli indumenti usati dai ragazzi e il casco con cui uno di loro ha colpito il professore al fine di rafforzare l’azione denigratoria.

Per i sei studenti il preside ha proposto cinque bocciature e una sospensione. Sulla vicenda, analoga a quella avvenuta a Velletri, nei giorni scorsi è intervenuta anche la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: “Minacce e offese a docenti da parte di studenti sono inaccettabili ed è necessaria una linea rigorosa nelle sanzioni. Chi infrange le regole, chi ricorre alla violenza verbale o fisica nei confronti di professoresse e professori va sanzionato secondo le norme vigenti, che prevedono la sospensione dalle lezioni per periodi di tempo diversi a seconda della gravità delle azioni compiute e, nei casi più gravi, anche la non ammissione allo scrutinio finale”.