A Pavia l’impressionismo contemporaneo di Giovanni Manzo


Dal 7 al 21 Aprile 2018 venti quadri dell’artista partenopeo in mostra alla Libreria Edizioni Cardano

Giovanni Manzo e l'impressionismo contemporaneo a Pavia: dal 7 al 21 Aprile 2018 venti quadri dell'artista partenopeo in mostra alla Libreria Edizioni Cardano

Sarà la prestigiosa e storica libreria pavese Edizioni Cardano a presentare la mostra personale, dal titolo Giovanni Manzo e l’impressionismo contemporaneo del partenopeo Giovanni Manzo, artista noto, in Italia e all’estero, per il suo originalissimo stile pittorico, definito dallo stesso autore impressionismo contemporaneo.

I lavori esposti in libreria sono olii e acrilici di piccole e medie dimensioni, tra cui molti di recente produzione.

“Ho accolto con entusiasmo l’idea dell’editore Fausto Pellegrin di presentare i miei lavori nella sede della sua libreria. Il connubio cultura e arte è perfetto per introdurre al pubblico alcuni miei nuovi quadri dove la figurazione appare ancora piu’ sintetica rispetto a quella precedente” afferma Giovanni Manzo.

Fotografia, grafica e pittura sono i cardini fondamentali attraverso i quali questo singolare artista si esprime in termini plastici e formali. E’ un lavoro ispirato alla relatività dei punti di vista con i quali l’uomo contemporaneo interpreta il mondo e le sue problematiche.

“Ciò che può sembrare astratto non è altro che un piccolo pezzo di un disegno più grande” spiega Manzo “e ciò che da lontano può sembrare perfetto, da vicino è in realtà incomprensibile”. L’obiettivo artistico del pittore partenopeo è quello di ridare al mondo, attraverso questa nuova tecnica, nuove forme, diversi punti di vista e contemporaneità. Le immagini dei suoi quadri sembrano perfette se viste da lontano mentre sono astratte quanto più lo spettatore si avvicina. Linee, punti, quadri determinano movimento, luce, forme.

Giovanni Manzo è nato nel 1966 a Napoli, dove vive e lavora. Pittore conosciuto in Italia ed all’estero per la sua attività pittorica innovativa che fonde armoniosamente tre tecniche dell’arte: fotografia, grafica e pittura. I suoi oli su tela in bianco, nero e varie tonalità di grigio, sono un omaggio alla fotografia d’autore; la grafica conferisce all’immagine la contemporaneità e la modernità, mentre la pittura la rende umana in una visione romantica che appartiene alla storia della cultura napoletana.

Napoli è la città che predilige dipingere rivisitandola in chiave moderna come mai nessun artista aveva intuito prima. La tecnica adottata segna un punto di rottura con la figurazione tradizionale napoletana e rende moderne e suggestive le strade più caratteristiche e storiche della città, proiettandola, così, nel mondo in una visione del tutto nuova.

Il profondo senso di appartenenza del pittore a Napoli rende necessario, infatti, un nuovo modo di descriverla per rilanciarla culturalmente nel mondo, attraverso la documentazione storica di scene reali che accadono quotidianamente in città, cogliendone appieno la verità e la antichissima storia delle architetture.

In ogni tela il movimento è espresso dalla naturalezza dei personaggi e delle cose; la città è colta di sorpresa dallo scatto fotografico esprimendo ciò che, erroneamente, potrebbe sembrare “caos” , ma che in realtà è il cuore e la storia di una delle più antiche città del mondo. L’opera rappresenta scorci metropolitani, la semplice verità del quotidiano, la concretezza della vita cittadina nei suoi banali, ripetuti e, talvolta, inconsapevoli gesti.

Scrive Anna Faraci a proposito del lavoro di Giovanni Manzo: “E’ un lavoro sugli opposti: il bello di un edificio, di una pavimentazione stradale storica , di un porto marittimo, di una cattedrale e il brutto di un insegna, di un tetto abbruttito da un mucchio di antenne selvagge, del traffico automobilistico; il grande di una metropoli vista dall’alto ed il piccolo di un tipico vicolo napoletano; l’esterno di un borgo marinaro, di un lungomare assolato e l’interno di un basso spiato, della vita familiare su un balcone. Il bianco ed il nero. Tutto è contrasto: luce ed ombra. Ma, tutto è uniformato, proprio dal bianco e nero. Utilizzare il colore è scelta sociologica, perchè rivela la cruda realtà, invece, il non colore, il bianco e nero, che tutto uniforma, è lirica, da un tocco assorto e poetico alla realtà del contesto urbano, del vicolo: elimina ogni contrasto sociale e storico, in una armonia di colore, forma e azioni. La drammatica verità del quotidiano, la concretezza della vita brulicante della città, dei suoi quartieri storici e popolari, nei suoi lividi contorni, danno un ruolo, conferiscono una identità ad ogni personaggio, una storia ad ogni figura rappresentata, nell’attimo stesso in cui riproposta sulla tela viene “fissata”; un’armonia all’insieme “.

E la critica d’arte prosegue: “…L’ artista sembra cogliere attraverso l’immagine pregi e difetti della società, ma superando l’ arte della provocazione o della delusione riesce a costruire una poetica nuova della realtà della sua città. L’approccio dell’artista rimane quello di un paesaggista tradizionale. Le tele sembrano iper realista senza esserlo. Il ritorno al paesaggio napoletano mostra l’anima della città: la bellezza paesaggistica e storica e l’atmosfera metropolitana si sono fuse dando un immagine nuova …”.

MARILENA SPATARO

Marilena Spataro è giornalista freelance. Nata in provincia di Reggio Calabria, attualmente vive e lavora tra Bologna e la Romagna. Collabora con testate di arte e cultura. Ha diretto una rivista di ecologia e benessere e lavorato presso case editrici di livello nazionale. Svolge anche attività di addetto stampa/PR/organizzazione di eventi