Finisce in canile perché abbaia: migliaia di firme per liberare Miro


Associazioni animaliste in campo per il caso del pastore abruzzese allontanato dal Tribunale dall’abitazione dei proprietari

Miro, un pastore abruzzese di 3 anni, è stato sequestrato e portato in un canile con l’accusa di abbaiare e disturbare il vicino, che vive a 300 metri di distanza. Siamo a Roverè della Luna, nei dintorni di Rovereto

Miro, un pastore abruzzese di 3 anni, è stato sequestrato e portato in un canile con l’accusa di abbaiare e disturbare il vicino, che vive a 300 metri di distanza. Siamo a Roverè della Luna, nei dintorni di Rovereto, in Trentino. Il 22 marzo Miro è stato prelevato dai Carabinieri, sequestrato e portato in un canile (Pan Ente Provinciale Protezione Animali E Ambiente a Rovereto).

E’ bastato che una sola persona dichiarasse che il cane abbaiava per dar via a questa assurdo provvedimento, nonostante il resto del vicinato non avesse lamentato rumori molesti o fastidio, anche con le finestre aperte. Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando” spiega la proprietaria.

Nonostante questo la vicenda è andata avanti con due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna, per l’abbaiare del cane che non permetterebbe loro di dormire. Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo” aggiunge.

Il caso ha scatenato la reazione delle associazioni animaliste: “È un fatto di una gravità inaudita, è un’azione illegale poiché abbaiare è un diritto esistenziale dei cani” afferma in una nota, Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi del Movimento Animalista.

“Lo ha stabilito il Giudice di Pace – prosegue il dirigente animalista – di Rovereto l’11 agosto del 2006. Teniamo a precisare che la condotta della padrona appare non idonea a recare disturbo ad un numero indeterminato di persone, per tanto se a lamentarsi del cane è un solo vicino di casa, non è disturbo della quiete pubblica. Il provvedimento va in conflitto con la sentenza della Cassazione Penale 11 aprile 2012, n. 15230”.

“Eva Munter – continua Sidoli – è ‘vittima di stalking giudiziario’. Il Movimento Animalista si schiera al suo fianco e sarà un interlocutore attento e pronto a fornire la massima collaborazione. Sosterremo la sua petizione che ha raccolto oltre 126 mila firme (https://www.change.org/p/tribunale-del-riesame-di-trento-freemiro)”.

“Le lacrime di Eva sono arrivate al cuore di tutti gli animalisti. Rinchiudere Miro in uno spazio ristretto, senza la sua famiglia e lontano da chi lo ama è una violenza intollerabile. Chiediamo al Tribunale del Riesame di Trento il rilascio immediato per fermare questa sofferenza. Combattiamo ogni giorno per svuotare i canili e regalare una nuova vita ai nostri amici animali, è questa soluzione va contro ogni logica” conclude la nota di Sidoli.

Brambilla: liberate Miro

“Aderisco anch’io alla petizione perché sia liberato il cane Miro, reo di abbaiare troppo e troppo forte. Innanzitutto perché un cane non si può sequestrare come fosse un oggetto qualsiasi (soffre confinato in una gabbia, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia) e perché questioni del genere vanno risolte con ragionevolezza, buon senso, rispetto e tolleranza reciproca”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’Ambiente.

“L’abbaiare di un cane o il miagolare di un gatto – osserva l’ex ministro – fanno parte delle normali caratteristiche etologiche delle loro specie e non si possono considerare, di per sé, causa di disturbo della quiete pubblica, se non superano la’ normale tollerabilità’. Un’espressione che il legislatore ha voluto generica, proprio per riferirsi alla media sensibilità delle persone (non una sola) che vivono dove i rumori ‘fastidiosi’ sono percepiti”.

“Peraltro le fonti di rumore, anche in una zona rurale, possono essere molte, quasi tutte di origine umana. Certo è che l’allontanamento coatto pregiudica il benessere dell’animale: perciò, in un mio progetto di legge (AC 19), propongo che in casi del genere non sia mai consentito. La mia solidarietà ai proprietari di Miro. Spero che possano presto riportarlo a casa”conclude Brambilla.