Vibo Valentia, killer arrestato con ricostruzione 3D della Scientifica


Gli agenti hanno individuato e arrestato uno dei due killer ritenuti responsabili dell’agguato del dicembre 2015 a Francesco Fiorillo

Vibo Valentia: arrestato uno dei killer di Francesco Fiorillo ucciso in un agguato nel dicembre 2015. Decisiva la ricostruzione 3D della Scientifica e l'analisi del D.N.A.

Gli agenti della Squadra Mobile di Vibo Valentia e dello Sco hanno arrestato uno dei due killer responsabili dell’omicidio di Francesco Fiorillo, avvenuto con un agguato nel dicembre 2015. La ricostruzione in 3D della scena del crimine effettuata dalla Polizia Scientifica ha fornito un contributo importante per la risoluzione del caso, assieme all’analisi del D.N.A.

Così stamattina, a conclusione di una complessa attività d’indagine, personale della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di un ventiseienne vibonese. È ritenuto responsabile in concorso dell’omicidio di Francesco Fiorillo, crivellato di colpi il 15 dicembre 2015 in Contrada Suriani della frazione Longobardi di Vibo Valentia.

Le immediate indagini avevano permesso a suo tempo di ricostruire che la vittima, nel rientrare in un suo podere in Contrada Suriani, era rimasto vittima di un agguato ad opera di almeno due killer i quali, dopo averlo atteso anascosti nella vegetazione, avevano esploso contro di lui almeno 7 colpi d’arma da fuoco con due armi diverse, nel momento in cui l’uomo stava scendendo dall’auto.

Sul luogo dell’agguato, a circa 75 metri di distanza dall’abitazione di Fiorillo, lungo la via di fuga utilizzata dai killer, era stato trovato e sequestrato un paio di guanti in lattice di colore nero, di cui uno con l’indice tagliato. Tramite i successivi accertamenti scientifici sul guanto, sullo stesso sono stati individuati residui di polvere da sparo, oltre che il profilo biologico di un individuo di sesso maschile dalle cui successive comparazioni si è ottenuto un “match” positivo con il profilo biologico dell’arrestato. Il giovane, dopo le formalità di rito, è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre le indagini proseguono al fine di dare un nome al complice.