La “piovra” sul trasporto di frutta nella piana di Rosarno


A Rosarno l’orto frutta è nelle mani della piovra. Per la Coldiretti “è importante reagire alla ‘Ndrangheta per tornare a investire nel frutteto Calabria”

A Rosarno l’orto frutta è nelle mani della piovra. Per la Coldiretti “è importante reagire alla 'Ndrangheta per tornare a investire nel frutteto Calabria"

Una piaga che il Sud si porta dietro da tempi antichi, pensare di cambiare le cose diventa veramente difficile ma non impossibile se si pensa che un magistrato e procuratore di Catanzaro, sta cercando di mettere in ordine i tasselli della legalità. Perché il business è dietro l’angolo, ci possono essere occasioni per metterci le mani e gestire denaro sulle schiene degli altri.

Circa un terzo delle imprese meridionali subisce una qualche influenza delle mafie, con dati che oscillano tra il 53% della Calabria al 18% della Puglia. Sono alcuni passaggi della relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, annotava il presidente dell’Antimafia, Beppe Pisanu quando era in carica. Purtroppo dati rilevanti ad oggi non ci prevengono.

Per Molinaro di Coldiretti Calabria “le mani sui trasporti fanno lievitare i prezzi della frutta e distruggono 2milioni e mezzo di giornate di lavoro”.

In riferimento alla cattura a Rosarno del latitante Antonino Pesce appartenente alla omonima cosca della ‘Ndrangheta attiva nel trasporto di frutta dalla Piana di Rosarno –  Gioia Tauro alle regioni italiane e oltre i confini nazionali, la Coldiretti Calabria nel sottolineare l’importanza di questa operazione grazie all’attività delle forze dell’ordine e della magistratura, mette in risalto che questo dà fiducia all’imprenditoria onesta e incoraggia ad investire nel “frutteto calabrese”.

“Gli squali della criminalità organizzata che fiutano il business – continua –  contribuiscono notevolmente alla moltiplicazione dei prezzi che per l’ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola. La piana di Rosarno – Gioia Tauro, con oltre 25mila ettari di frutteto (arance, clementine, limoni, kiwi, melograni e piccoli frutti) a rischio abbandono e con circa 2milioni e mezzo di giornate lavorative soggiace a questa piaga che penalizza l’imprenditoria onesta e distrugge il libero mercato”.

“In conseguenza di queste infiltrazioni – conclude Coldiretti –  l’ortofrutta viene sottopagata agli agricoltori”.