Il fallimento del Dipartimento agricoltura della Regione Calabria


Gestione PSR Calabria 2014-2020: i tar della Calabria stanno sostituendo il dipartimento agricoltura. La Coldiretti usa la linea dura, per Molinaro “la Regione non sia matrigna verso chi non ha fatto ricorso al TAR”

La Cittadella della Regione Calabria
La Cittadella della Regione Calabria.

Ormai i Tribunali Amministrativi della Calabria con ordinanze e sentenze si sono sostituiti al Dipartimento Regionale Agricoltura e censurandone l’operato gestionale, garantiscono legittimità e legalità. “E’ un dato e una situazione ormai inequivocabile – sostiene Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – sembra quasi che il Dipartimento Agricoltura abbia gettato la spugna generando caos per la lacunosa gestione burocratica in palese contraddizione alle principali procedure amministrative. La recente ma non ultima sentenza (101/2018) del TAR di Reggio Calabria censura, ancora una volta, l’operato del Dipartimento Agricoltura per l’infondatezza delle motivazioni dell’esclusioni di alcune domande non sottoscritte con la procedura digitale a causa delle note disfunzioni del sistema informatico che proprio a giudizio del TAR non è una condizione che può dimostrare la mancata volontà di presentare le domande. E ‘paradossale che risorse verso l’economia reale non trovino all’altezza della situazione la Regione, costringendo chi si sente leso il diritto e ha le disponibilità economiche, a ricorrere alla Giustizia Amministrativa, mentre i più deboli subiscono le eccezioni dal Dipartimento.  Una frana gestionale che ha generato migliaia di istanze di riesame, per tutti i bandi della misura 4 ed in particolare per il bando delle imprese agricole, che a distanza di sei mesi dall’adozione della graduatoria definitiva, resta senza risposte.  A questo si sono aggiunti i riesami degli oltre mille giovani risultati esclusi per le stesse illegittimità con diverse decine di altri ricorsi presentati al TAR lo scorso 3 marzo. “Un atteggiamento, “matrigno” e contraddittorio, quello del Dipartimento, – commenta Molinaro –  gravato da ritardi ed inoperatività anche nelle istruttorie delle domande a superficie e per la zootecnia per le annualità 2016 e 2017 non pagate per le quali non è dato conoscere modalità e procedure per risolvere le presunte anomalie che impediscono la liquidazione. Si dovevano selezionare i progetti migliori – continua – mentre l’attività di istruttoria è stata concentrata esclusivamente su meri formalismi a scapito della sostanza e del merito della proposta degli investimenti di sviluppo, ignorando integralmente l’applicazione del soccorso istruttorio e, in ogni caso, il ricorso all’autotutela in presenza di evidenti e palesi errori di valutazione, violando manifestamente quindi, i diritti delle aziende. In fase di predisposizione dei ricorsi al TAR presentati lo scorso 3 marzo ed in sede di accesso agli atti, è emerso il grave difetto nella valutazione del merito degli investimenti proposti, oltreché una mancanza di chiarezza delle circostanze eccepite o addirittura si è omesso di annotare sui verbali adottati l’evidenza degli errori di valutazione e la conseguente adozione degli atti in autotutela.  Ancora una volta, il Dipartimento nei fatti si rileva incoerente mentre occorrerebbe una politica gestionale più trasparente; questo modo di agire per molti imprenditori sta significando la fine di un sogno e la possibilità di crearsi un lavoro. “Battute di arresto e a vuoto, conclude Molinaro, che non possiamo permetterci e perciò continuiamo a chiedere al Presidente Oliverio un deciso intervento poiché le numerose e puntuali proposte che abbiamo formulato in tantissime circostanze restano prive di risposte e di confronto”.