Da Afrin al Ghouta: mille minori morti in Siria da inizio anno


UNICEF: nelle aree sotto assedio vivono circa 2 milioni di minori, la maggior parte deprivati dei loro diritti di base e della possibilità di poter ricevere assistenza

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È un 2018 di sangue in Siria, dove secondo i dati diffusi dall’UNICEF sarebbero mille i minori morti a causa della guerra che da ormai sette anni sta sconvolgendo il Paese. L’accordo sul cessate il fuoco raggiunto una settimana fa al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite è stato immediatamente violato dalle parti in conflitto e così in Siria si continua a morire.

“Lo scorso sabato, il mondo ha dato ai bambini in Siria un piccolo barlume di speranza, un raggio di luce in un luogo che è diventato troppo cupo negli ultimi anni. Il Consiglio di Risoluzione delle Nazioni Unite all’unanimità ha creato un’opportunità per centinaia di migliaia di bambini per poter tirare finalmente un respiro di sollievo dalle brutalità e dalle violenze incessanti che hanno vissuto finora” afferma Geert Cappelaere, Direttore Regionale UNICEF per il Nord Africa e il Medio Oriente .

“Tutti abbiamo pensato che fosse una finestra eccellente per l’UNICEF e gli altri partner per distribuire aiuti urgenti e salvavita ai bambini che ne hanno bisogno, ovunque essi siano all’interno del Paese. Molte madri e padri in Siria hanno subito pensato che questa potesse rappresentare ‘sopravvivenza per i loro bambini’, hanno pensato che i loro piccoli gravemente malnutriti e tutti coloro che hanno bisogno di assistenza medica urgente potessero ricevere solo questo: cure e aiuto, un diritto di base. Ma col susseguirsi dei giorni, queste speranze sono diventate un’illusione, perché per in Siria non è cambiato nulla, nulla” aggiunge Cappelaere.

Le violenze continuano in diversi luoghi nel Paese: in alcuni si sono intensificate, in altri divampate. Si combatte ferocemente a Idlib, Afrin, Deir-ez-Zor, Damasco, in alcune parti di Aleppo e nel Ghouta orientale, con notizie quotidiane di morti e feriti.

“La guerra non si è fermata e la Siria resta uno dei posti più pericolosi per un bambino. I nostri operatori sul campo e nei Paesi vicini lavorano incessantemente. Siamo pronti con aiuti salva vita che comprendono medicine, integratori nutrizionali per bambini malnutriti, kit pediatrici e ostetrici, vestiti invernali per i bambini, kit igienici e altri aiuti di base” spiega ancora il responsabile UNICEF.

Gli aiuti sono pronti per essere distribuiti ad Afrin, Idlib, Ghouta orientale, Dera’a e altre aree sotto assedio e difficili da raggiungere, alcuni delle quali non raggiungibili da mesi.

“Lì vivono circa 2 milioni di minori, la maggior parte deprivati dei loro diritti di base e della possibilità di poter ricevere assistenza. In ognuna di queste aree, l’UNICEF ha diversi partner per cercare di assicurare giorno per giorno che i bambini possano essere bambini. Questo si aggiunge al lavoro che l’UNICEF continua a svolgere per i minori che hanno bisogno di assistenza in tutta la Siria, che sono 5,3 milioni. Parte del nostro lavoro comprende la distribuzione di vaccini salvavita, garantire acqua sicura da bere, supportare la loro istruzione e creare opportunità per l’apprendimento, anche fornendo materiali scolastici, rifornendo le scuole danneggiate, istruendoli sui rischi delle mine e dei residuati bellici” conclude Cappelaere.

Ci sono inoltre 2,6 milioni di minori che vivono come rifugiati in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Molti non sono mai stati in Siria, sono figli della guerra a cui è stato negato il loro paese di nascita.

La povertà e la crisi economica stanno rendendo quasi impossibile a queste famiglie continuare a vivere in questi Paesi. Secondo un recente studio condotto dall’UNICEF Giordania, oltre l’85% dei rifugiati fuori dai campi, nelle comunità ospitanti, vive in povertà faticando ad affrontare i bisogni di base, fra cui garantire istruzione per i bambini.