Restaurato il busto di Michelangelo Buonarroti opera di Daniele da Volterra


La scultura bronzea è visibile nella Galleria dei Prigioni all’interno della Galleria dell’Accademia di Firenze

Restaurato il busto di Michelangelo Buonarroti opera di Daniele da Volterra

Torna all’antico splendore il busto di Michelangelo Buonarroti di Daniele da Volterra custodito all’interno della Galleria dell’Accademia di Firenze. L’opera è visibile nella Galleria dei Prigioni, sul lato destro subito dopo l’ingresso.

Come afferma Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, “il restauro dell’importante ritratto di Michelangelo Buonarroti realizzato da Daniele da Volterra, restituisce, in tutto il suo splendore, il vero volto del grande maestro del Rinascimento. Il busto di Michelangelo Buonarroti, collocato proprio all’ingresso della Tribuna, accoglie, idealmente, il pubblico che, da ogni parte del mondo, viene ad ammirare i suoi capolavori”.

La scultura è stata realizzata all’indomani della morte di Michelangelo (1564), quando, l’impegno di curare il monumento sepolcrale fu assunto dal nipote Leonardo Buonarroti, che affidò l’incarico per la realizzazione del busto in bronzo a Daniele da Volterra. L’artista, che era stato uno degli amici più affezionati di Michelangelo, realizzò un ritratto di grande intensità realistica. La scultura ha avuto, in seguito, un numero considerevole di repliche, che hanno causato non poche difficoltà a distinguere gli esemplari autografi dalle copie.

In origine le versioni autografe del busto di Michelangelo Buonarroti erano solo tre: due destinate a Leonardo Buonarroti e una a Diomede Leoni, seguace di Michelangelo e instancabile collezionista. I bronzi per Leonardo rimasero a uno stadio di finitura piuttosto grezzo e sono custodite, oggi, a Casa Buonarroti e al Museo Jacquemart-André di Parigi.

La terza testa, rifinita da un collaboratore di Daniele da Volterra, è stata prima collocata negli Horti Leonini, e in seguito è passata nelle collezioni di Ferdinando I de’ Medici. La sua identificazione è rimasta però a lungo incerta perché, esistevano almeno due busti di provenienza medicea, conservati alla Galleria dell’Accademia di Firenze e al Museo Nazionale del Bargello.

Le conclusioni dell’attuale restauro, curato da Nicola Salvioli, hanno confermato che il busto della Galleria dell’Accademia di Firenze è l’originale scultura di Daniele da Volterra. L’opera, presenta, infatti, sulla superficie, i segni di una prolungata esposizione all’aperto. Anche gli inventari hanno confermato la presenza dell’opera nelle collezioni medicee fino al 1803, quando è stata trasferita prima all’Accademia di Belle Arti e infine nella sua attuale collocazione.

Il busto di Michelangelo Buonarroti presentava problematiche conservative ed estetiche, tipiche di un manufatto bronzeo rinascimentale. La superficie in parte lucida ed in parte arida e opaca, appariva ricoperta da diverse sostanze, infatti, non è da escludere un antico intervento di pulitura con sostanze acidule che hanno cancellato eventuali residui di patinatura originale e dato vita a processi di corrosione localizzati protrattisi poi nel tempo. L’intervento volto al recupero della corretta leggibilità dell’opera e alla ricerca di patinature originali, è stato condotto con il supporto di una campagna diagnostica mirata alla raccolta di informazioni sullo stato di conservazione.

Tra gli interventi effettuati anche il ripristino di un corretto assetto dell’insieme busto-piedistallo, mediante la realizzazione di un supporto metallico tergale e di consolidamento interno della pietra, consentendo, inoltre, l’ancoraggio di sicurezza a parete.