Nuovo contratto scuola, MIUR: stesse regole per il bonus docenti


Il Ministero dell’Istruzione: “Sulla valorizzazione del merito nessun dimezzamento e le regole per l’assegnazione del bonus docenti restano quelle della legge 107”

Nuovo contratto scuola: sulla valorizzazione del merito nessun dimezzamento e le regole per l’assegnazione del bonus docenti restano quelle della legge 107

Nessun dimezzamento della valorizzazione del merito delle e degli insegnanti e ad assegnare il cosiddetto bonus docenti previsto dalla legge 107 del 2015, che ha riformato il sistema di istruzione, saranno sempre i dirigenti scolastici. È quanto precisa in una nota il Ministero dell’Istruzione.

Cosa cambia, dunque, con il rinnovo del contratto siglato lo scorso 9 Febbraio? “Poiché l’articolo 40 del decreto legislativo 165 del 2001 fa rientrare tra le materie di contrattazione anche la valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione dei premi, il testo siglato venerdì scorso, che, va ricordato, è il primo rinnovo che arriva dopo l’approvazione della legge 107, prevede che le scuole contrattino i criteri generali per la determinazione dei compensi previsti dal bonus docenti. Quindi non i criteri valutativi, ma i criteri per la determinazione del suo ammontare” spiega il MIUR.

Il Ministero aggiunge che “ad esempio, il dirigente scolastico e la parte sindacale potranno convenire, in sede di trattativa, di prevedere un valore economico minimo o massimo per il premio individuale. Quelli inseriti nel rinnovo contrattuale sono dei principi di trasparenza che mirano a rafforzare e non a indebolire l’istituto del bonus docenti che, anzi, entra a regime. Resta ferma, poi, la procedura prevista dalle legge 107 del 2015 per la determinazione dei criteri per la valutazione (è previsto un apposito comitato per la valutazione) che non sono soggetti a contrattazione, nonché la competenza del dirigente per l’individuazione dei docenti meritevoli”.

L’importo disponibile per il bonus docenti passa da 200 milioni annui a 160 milioni a regime (140 milioni solo nel 2018), pari all’80% di quanto riconosciuto sino ad oggi. Ma potrà crescere, anche superando il valore di 200 milioni, con le contrattazioni future, anche grazie alla costituzione di un unico fondo nel quale confluiscono tutte le risorse accessorie, introdotto all’articolo 39-bis del nuovo contratto. “Questo intervento è tra quelli che hanno consentito di giungere ad aumenti medi mensili di 96 euro per i docenti, rispetto al valore medio di 85 euro previsto dall’intesa del 30 novembre 2016” conclude il MIUR.