Tra disegno e computer: come nasce un identikit della Scientifica


Il ruolo decisivo dei disegnatori: un mestiere che arriva da lontano e oggi sfrutta anche la tecnologia

Come si realizza un identikit? La Polizia Scientifica spiega i segreti del mestiere che oggi si avvale anche delle più avanzate tecnologie

Com’erano gli occhi? I capelli? Corti, lunghi, lisci, ricci? E ancora: la descrizione del naso, della bocca, delle sopracciglia, della forma del viso. Tutti elementi fondamentali per la ricostruzione di un identikit da parte della Polizia scientifica. Lo abbiamo visto fare nei film polizieschi che da un foglio bianco e una matita si ricostruisce il volto del criminale e si risolvono molti casi.

È così anche nella realtà. Molte volte proprio grazie agli identikit realizzati dai disegnatori della Scientifica, con la collaborazione dei testimoni, è stato possibile risalire all’autore di una violenza, di una rapina o di altri delitti. Il più delle volte però non è sufficiente solo questo.

È un mestiere che nasce da lontano, ma sempre molto attuale, che si aggiorna, segue le nuove tecnologie ma rimane sempre e comunque legato alla capacità di chi lo pratica. L’abilità degli operatori non è solo quella di saper disegnare. Per fare un identikit, e riuscire a cogliere le sfumature che permettono di personalizzare un volto, servono anche tanta pazienza e la capacità di riuscire a trovare una sintonia con la vittima del reato.

E poi bisogna dare vitalità al disegno, uno sguardo agli occhi e per fare ciò ci vuole anche un po’ di intuizione e tenere conto della difficoltà che un testimone può trovare nel descrivere anche una persona che vede tutti i giorni, figuriamoci con un uomo o una donna che è stato visto, magari di sfuggita, in un momento delicato o di ansia.

Un recente caso di identikit realizzato in modo perfetto è stato quello realizzato a Rimini per la vicenda della violenza sessuale sulla spiaggia. Anche a Roma a maggio 2015 è stato arrestato un tassista che aveva violentato una cliente grazie alla diffusione del suo identikit.

Può succedere anche che il testimone non sia uno solo, come nel caso di una rapina in banca. In questi casi ognuno descrive il colpevole in modo diverso perché ciascuno rimane colpito da qualcosa in particolare e allora si arriva a ricostruire un volto che possa andar bene un po’ per tutti.

Oggi, per fortuna, in aiuto dei disegnatori (o videosegnalatori) della Polizia c’è anche il computer. Grazie a software dedicati, l’identikit può essere fatto al pc con un programma che permette di ricostruire un volto dandogli la vivacità e l’aspetto di una vera e propria fotografia.

Il software offre una vastissima gamma di nasi, occhi, orecchie, capelli, forme del viso tra i quali il testimone può scegliere quello che più si avvicina alla persona da descrivere. In questo modo, in base alle indicazioni fornite dal teste, l’operatore della Scientifica cerca di dare vita ad un viso che rispecchi l’idea che questo ha del colpevole. Nonostante questo non sempre l’identikit a cui si arriva corrisponde in pieno a quello della persona che si sta descrivendo: per questo serve comunque l’abilità del disegnatore.