La siccità danneggia anche l’occupazione nei campi


Le bizzarrie climatiche hanno provocato un taglio del 5,6% della manodopera agricola

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Con la siccità a rischio i raccolti di stagione

ROMA – La siccità perdurante in questo 2017 taglia del 5,6% il lavoro nei campi. L’agricoltura è infatti l’unico settore a far registrare un calo degli occupati nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei nuovi dati Istat sull’occupazione, che evidenziano gli effetti devastanti nelle campagne di una stagione segnata da un clima impazzito.

Il 2017 si è classificato come l’anno meteorologico più secco in Italia dal 1800, secondo un’elaborazione della Coldiretti sui dati Isac Cnr, provocando danni stimati superiori ai 2 miliardi di euro. Il risultato è stato un crollo generale delle produzioni che va dalle mele all’uva e che ha causato un conseguente calo della necessità di manodopera per le campagne di raccolta.

Se ad esempio per le mele si stima un calo medio del 23% rispetto a quella della scorsa stagione con punte del 60% in Trentino nelle vigne la vendemmia 2017 si è classificata tra le più scarse del dopoguerra con un taglio della produzione del 26% nel confronto con lo scorso anno.

Caldo anomalo e mancanza di precipitazioni sono stati due aspetti distintivi di questo 2017 e prima causa della siccità nelle campagne, incendi nei boschi e smog in città.