Nasce l’Alleanza dei Professionisti: equo compenso prima vittoria


Si chiama Professionisti per l’Italia ed è stata presentata in occasione della manifestazione al Teatro Brancaccio di Roma dal titolo “L’equo compenso è un diritto”

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Anche i geologi alla manifestazione sull’equo compenso al Teatro Brancaccio di Roma

ROMA – Migliaia di professionisti da tutta Italia uniti per ribadire che “L’equo compenso è un diritto”. E che il via libera alla norma è solo il punto di inizio e non di arrivo. A vigilare sulla concreta attuazione della legge ci saranno il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni tecniche che, sempre da oggi, lavoreranno insieme in pianta stabile. L’Alleanza fra le due rappresentanze degli Ordini e dei Collegi, aperta anche ad altre organizzazioni del mondo professionale, è stata presentata durante la manifestazione “L’equo compenso è un diritto”.

L’evento si è svolto al Teatro Brancaccio in contemporanea all’approvazione definitiva, alla Camera dei Deputati, del decreto con le disposizioni in materia finanziaria contente anche la “tutela” da tempo richiesta a gran voce dalle professioni. “L’equo compenso – ha dichiarato Marina Calderone, Presidente del Comitato Unitario delle Professioni e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro – è il riconoscimento del valore sociale ed economico della prestazione professionale: la nostra è una battaglia di legalità e di rivendicazione del diritto costituzionale che prevede il lavoro per tutti e il diritto a un’esistenza dignitosa”.

L’approvazione della norma, ha aggiunto, “è la dimostrazione che quando le professioni sono unite, e vanno al di là dei personalismi, riescono a raggiungere grandi risultati”. “L’equo compenso è un punto di partenza – ha aggiunto Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni tecniche e Presidente del Consiglio nazione dell’Ordine degli Ingegneri -. Le professioni devono ripartire e credere ancora di più in loro stesse, in 2 milioni e 300 mila vogliono vedere valorizzate le proprie competenze e diritti. Dopo questo successo, da oggi riparte la voglia delle professioni di stare insieme e di essere punto di riferimento per la politica. Potevamo essere divisi anche oggi, ma siamo riusciti a tenere la barra dritta ed essere qui. Da oggi parte un nuovo modo di fare professione ma anche di fare rappresentanza”.

Professionisti per l’Italia è il nome dell’alleanza che il Comitato unitario delle Professioni e la Rete delle professioni tecniche hanno presentato al teatro Brancaccio.

L’Alleanza nasce per valorizzare un asset strategico quali sono le professioni in termini di cultura, competenze, garanzie di legalità e tutela dei diritti dei cittadini. “Insieme per il futuro del nostro Paese” è il motto che ne ispirerà l’azione al fine di rappresentare unitariamente esigenze, sensibilità e aspettative della platea degli iscritti. Con il chiaro impegno a tutelare il futuro dei giovani professionisti italiani, ai quali va garantita innanzitutto una prospettiva di vita. Non solo. Con la loro funzione sussidiaria le professioni intendono abbracciare la sfida su cui costruire un vero percorso di semplificazione ed efficienza dell’attività della Pubblica Amministrazione. Il manifesto Professionisti per l’Italia, infine, intende valorizzare l’apporto dei professionisti anche in termini di proposizione di misure legislative che possano favorire la ripresa dell’economia, l’ammodernamento delle infrastrutture, il miglioramento della qualità della vita nelle nostre città, gli investimenti in economia reale. La prestazione intellettuale di qualità, infatti, è di rilevante interesse pubblico in quanto genera plusvalore economico e sociale.

Alla manifestazione hanno partecipato diversi rappresentanti di categoria: Albino Farina per i Notai, Giampaolo Crenca per gli Attuari, Maurizio Savoncelli per i Geometri, Giuseppe Cappochin per gli Architetti, Gianmario Gazzi per gli Assistenti Sociali, Giampiero Giovannetti per i Periti Industriali, Mario Braga per i Periti Agrari, Daniela Maurizi per i Chimici, Giancarlo Criscuoli per i Tecnologi Alimentari, Francesco Peduto per i Geologi, Rosanna Zari per i Dottori Agronomi e Forestali, Giorgio Berloffa per il CNA professioni e Carlo Verna per i Giornalisti. Hanno sostenuto le ragioni degli ordini anche diversi presidenti delle Casse di Previdenza: Walter Anedda (Dottori Commercialisti), Stefano Poeta (Dottori Agronomi e Forestali, Attuari, Geologi e Chimici), Tiziana Stallone (Biologi), Alessandro Visparelli (Consulenti del Lavoro), Marina Macelloni (Giornalisti) e Giuseppe Santoro (Ingegneri e Architetti). Ad intervenire sul palco del Brancaccio per unirsi alla voce di CUP e RPT, fra gli altri, ci sono stati anche: Francesco Boccia, Presidente Commissione Bilancio Camera dei Deputati; Maurizio Buccarella (M5S); Davide Crippa (M5S), Cesare Damiano, Presidente Commissione Lavoro Camera; Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera dei deputati, Massimiliano Fedriga (Lega Nord); Stefano Fassina (Sinistra Italiana); Vincenzo Garofalo (Ap); Maurizio Gasparri (Forza Italia); Chiara Gribaudo (Partito Democratico); Luca Jahier, Presidente Gruppo III del CESE; Angelo Lalli, docente diritto amministrativo presso Università La Sapienza; Antonio Longo, Movimento difesa del cittadino; Andrea Mandelli (Forza Italia); Paola Nugnes (M5S); Stefano Parisi, Portavoce Energie per l’Italia; Serena Pellegrino (Sinistra Italiana), Maurizio Sacconi, Presidente Commissione Lavoro Senato.

Professionisti strategici per il Paese

L’evoluzione demografica attuale e la complessità delle richieste che provengono dalla società richiedono un numero maggiore di professionisti. Così come una maggiore competenza nei diversi settori. Rispetto ai bisogni sociali dei prossimi anni, si pensi ad esempio al tema della “non autosufficienza”: è prevedibile un aumento della domanda dei professionisti afferenti alle professioni socio-sanitarie. Mentre le nuove normative legate alla riforma del Welfare (welfare aziendale, norme sul “dopo di noi”, riforme del Terzo settore), coinvolgeranno sempre di più le professioni strettamente connesse all’area giuridico economica.

Anche se la crisi economica ha pesantemente colpito gli studi professionali, negli ultimi dieci anni, il numero degli iscritti agli albi è progressivamente aumentato. Passando da 1.643.000 circa a 2.322.472. I professionisti, dunque, possono essere considerati dei punti nevralgici del Sistema Paese in tutti i settori: istituzioni, comunicazione, processi economici, commercio, supporto alla società, etc.

È quanto emerge, fra le altre cose, dal Rapporto Cresme 2017 su “Il valore sociale ed economico delle libere professioni”, di cui una un’anteprima è stata presentata durante la manifestazione “L’equo compenso è un diritto” al Teatro Brancaccio di Roma. “Gli iscritti agli albi – commenta il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Attuari Giampaolo Crenca – vivono il Paese, leggono le criticità e sono qualificati consiglieri per le soluzioni ai problemi attuali. È fondamentale intercettare e coordinare queste risorse”.

Tornando alla fotografia scattata dal Centro di ricerca sulle professioni aderenti al Cup la maggior parte dei professionisti è donna e l’incidenza dei giovani è importante. Il 31% ha, infatti, meno di quarant’anni. Ciò richiederà un forte ricambio generazionale nei prossimi anni. Sarà pertanto importante investire nella preparazione dei giovani professionisti ponendo particolare attenzione all’adeguatezza del sistema universitario rispetto alle competenze oggi richieste.

Altrettanto importante sarà l’attenzione da porre alla governance del processo e alla qualità della formazione continua. Incrociando diverse fonti informative e utilizzando i risultati dell’indagine campionaria CUP/Cresme sulla dimensione degli studi professionali in termini di addetti, è possibile stimare la dimensione occupazionale relativa al settore delle professioni.

Erano circa 300 mila gli studi professionali italiani nel 2016 con 1,3 milioni di addetti, tra soci, collaboratori esterni e dipendenti. Considerando anche che gli iscritti agli albi svolgono la professione come dipendenti al di fuori degli studi professionali, nel SSN, ad esempio, o nel settore privato, si arriva ad una stima occupazionale pari a quasi due milioni di addetti (1,91 milioni), corrispondente all’8,4% dell’occupazione complessiva nella media del 2016. Il 43% dei professionisti aderenti al CUP opera in forma autonoma.

Venendo alle sfide future, interdisciplinarietà e collaborazione rappresentano il futuro delle professioni. La possibilità di essere sussidiari rispetto ad alcune attività tipicamente pubbliche potrebbe consentire, con lo sviluppo di studi associati e società di professionisti interdisciplinari, una “presa in carico” non del singolo bisogno o esigenza espressa dal cittadino, ma della persona stessa in quanto tale. Sul fronte interno alle professioni, invece, se oggi la promozione dell’attività dei professionisti si basa ancora molto sul “passaparola” in futuro sarà necessario guardare con più attenzione alle nuove tecniche di marketing.

Il contesto attuale, fortemente influenzato da internet, impone di valutare nuove strategie per promuovere l’attività professionale. Quest’ultima, infatti, oggi deve fare i conti con una tassazione pesante, i mancati pagamenti, la concorrenza “selvaggia”. Tutte circostanze che più hanno influito nella crisi economica dei professionisti e che per il futuro impongono una forte spinta al cambiamento.