Fumo, obesità e poca attività fisica: aumentano i casi di tumore fra le donne


Più 6% di diagnosi negli ultimi cinque anni: al via la campagna di “Prevenzione oncologica al femminile”

tumore del seno breast units
Aumentano i nuovi casi di tumore fra le donne e diminuiscono fra gli uomini

ROMA – Aumentano i casi di tumore fra le donne in Italia e negli ultimi cinque anni l’incremento è stato pari al 6%. Le nuove diagnosi infatti sono passate da 166.500 nel 2013 a 177mila nel 2017. Oggi circa un milione di italiane è vivo con una diagnosi di un tumore strettamente femminile (seno e apparato genitale: ovaio, corpo e collo dell’utero) e la metà è libero da malattia dopo 5 anni dall’insorgenza.

Solo il cancro del collo dell’utero ha evidenziato una diminuzione del 10% negli ultimi 8 anni, mentre per le altre neoplasie si registra un aumento (mammella + 26%, corpo dell’utero + 14%, ovaio + 7%).

Da un lato, nuove armi consentono miglioramenti significativi della sopravvivenza, dall’altro le italiane continuano a ignorare le regole della prevenzione. Per insegnare alle donne di ogni fascia d’età l’importanza degli stili di vita sani, la Fondazione “Insieme Contro il Cancro” lancia oggi a Roma nella Sala Giunta del CONI la campagna nazionale Prevenzione Oncologica al Femminile, resa possibile grazie a un educational grant di MSD.

Il progetto vede la partecipazione di una testimonial d’eccezione: la campionessa Federica Pellegrini. La nuotatrice veneta è protagonista di uno spot e di un opuscolo in cui spiega l’importanza di giocare d’anticipo contro le neoplasie attraverso stili di vita sani e l’adesione ai programmi di screening.

“I dati sono preoccupanti – spiega il prof. Francesco Cognetti, Presidente di ‘Insieme Contro il Cancro’ -. Il 20,8% delle italiane fuma, il 23,8% è in sovrappeso e il 34,3% è sedentario. Nel 2016, solo il 60% (dall’81% di Trento al 29% del Molise) delle donne (50-69enni) ha aderito all’invito a sottoporsi alla mammografia, fondamentale per individuare il tumore del seno in fase precoce. Solo il 40% (dal 69% della Valle D’Aosta al 24% della Campania) delle 25-64enni si è sottoposto al Pap-test per l’individuazione del cancro del collo dell’utero, uno dei più frequenti nelle giovani donne”.

“Scarsa anche l’adesione all’invito a eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (44% delle 50-69enni), per la diagnosi precoce delle neoplasie del colon-retto. E solo il 56,26% delle ragazze nate nel 2003 (dal 73% in Toscana al 30% in Sicilia) ha effettuato il ciclo completo di vaccinazione contro il Papilloma virus umano (HPV), il principale responsabile del tumore del collo dell’utero” aggiunge.

Sono gravi anche le conseguenze della diffusione del vizio del fumo di sigaretta, che sta diventando sempre più “rosa”. Nel 2017 diminuiscono gli uomini tabagisti, 6 milioni rispetto ai 6,9 milioni del 2016, ma aumentano le donne che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni.

“La prevenzione è un traguardo alla portata di tutti e può aiutare a vincere una gara difficile come quella contro i tumori – sottolinea la campionessa Federica Pellegrini -. Bisogna rispettare fin dall’adolescenza alcune semplici regole e, dopo una certa età, sottoporsi regolarmente agli screening oncologici che possono essere salvavita. Da sportiva so quanto è fondamentale avere cura del proprio corpo e condurre una vita nel segno della salute e del benessere. Proprio per questo ho accettato con grande entusiasmo di partecipare a questa importante campagna”.

“La prevenzione è l’arma principale per sconfiggere il tumore – continua il prof. Cognetti -. Con una serie di iniziative mirate il progetto vuole raggiungere il più ampio numero di italiane. È infatti prevista anche una forte attività sui social media. È dimostrata una stretta correlazione tra attività fisica e calo della mortalità per 13 diverse forme neoplastiche: con una riduzione tra il 10 e il 42%. Sono risultati significativi che si aggiungono a quelli ottenuti grazie alle nuove terapie a disposizione. In particolare nel tumore del seno oggi la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge l’87%”.

“I progressi sono stati incredibili per il sempre minore ricorso ad interventi di mastectomia radicale e per il notevole potenziamento delle possibilità offerte dalla ormonoterapia nei tumori ormono responsivi e per l’uso di nuovi farmaci specifici nei diversi sottogruppi biologici della malattia, anche nelle donne operate e a rischio di recidiva o ripresa a distanza della malattia. Molte pazienti sono state guadagnate a una guarigione completa attraverso il trattamento adiuvante, cioè con le terapie mediche somministrate in una fase iniziale. Anche la sopravvivenza nella malattia avanzata è nettamente migliorata con una buona qualità di vita attraverso l’uso di terapie sistemiche innovative appartenenti alle classi sia di farmaci citostatici o citotossici sia di farmaci biologici” aggiunge.

Il 9 e10 novembre a Roma si svolgerà la quinta edizione dell’International Meeting on New Drugs in Breast Cancer, presieduto dal prof. Cognetti, con la partecipazione dei più importanti esperti da tutto il mondo che si confronteranno sulle nuove frontiere proprio nel trattamento di questa malattia. “Minori sono stati i progressi registrati nel tumore del corpo dell’utero (8.300 nuovi casi nel 2017) – afferma il prof. Cognetti -, che è comunque una patologia ad alto tasso di guaribilità con la chirurgia e, eventualmente, con la radioterapia, e nei tumori dell’ovaio (5.200), che tradizionalmente beneficiano della combinazione della chirurgia con la chemioterapia. In questa neoplasia, sulla base di nuove conoscenze biologiche e genetiche, sono stati recentemente sviluppati farmaci in grado di avere un impatto sulla durata della sopravvivenza anche nelle pazienti con malattia avanzata”.

Se fra le italiane le nuove diagnosi aumentano, negli uomini invece si assiste a un fenomeno opposto, con una diminuzione di nuovi casi da 199.500 nel 2013 a 192.000 nel 2017. Tendenze che rispecchiano non solo la differente abitudine al fumo di sigaretta, ma anche la diversa diffusione dell’attività sportiva fra i due sessi.

“Sosteniamo con forza progetti mirati a sensibilizzare sul ruolo degli stili di vita sani – spiega Giovanni Malagò, Presidente del CONI -. I cittadini che praticano sport con continuità aumentano sia tra le donne che tra gli uomini, raggiungendo rispettivamente il 20,8% e il 29,7%, anche se permane una netta differenza di genere (tra i 18 e i 19 anni tocca la distanza maggiore, pari al 22,9%). Troppe ragazze smettono di fare movimento prima dei 20 anni, in realtà lo sport dovrebbe essere parte essenziale della quotidianità di ogni donna in tutte fasi della vita”.

Nel complesso quasi 4.400 diagnosi (più di 3.200 fra le donne) in Italia nel 2017 sono riconducibili all’HPV. Le infezioni dovute a questo virus sono riconosciute dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come responsabili di tutti i casi di tumore del collo dell’utero e svolgono un ruolo causale nelle neoplasie di vulva, vagina, pene, ano, cavità orale e orofaringe.

“La nostra campagna – continua il prof. Cognetti – vuole incentivare anche le vaccinazioni contro l’HPV. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescente e ingiustificata ostilità verso le immunizzazioni che invece costituiscono strumenti fondamentali di prevenzione primaria. In Italia la vaccinazione per l’HPV è offerta gratuitamente e attivamente alle ragazze dodicenni in ogni Regione dal 2007-2008. Inoltre, tra le vaccinazioni previste nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e nel Piano nazionale Vaccini 2017-2019, ora vi è anche quella contro l’HPV nei maschi nel dodicesimo anno di età”.

In questo Piano, il Ministero della Salute ha stabilito che, per quanto riguarda la vaccinazione anti-HPV, l’obiettivo è di arrivare entro il 2019 ad una copertura uguale o superiore al 95% sia nei maschi che nelle femmine.

“Un’efficace combinazione tra metodiche di diagnosi precoce (Pap-test e determinazione molecolare di HPV) e vaccinazione anti-HPV da eseguire nelle adolescenti – spiega il prof. Cognetti – sarebbe in grado di eliminare completamente il tumore del collo dell’utero, ma nel nostro Paese siamo ancora molto lontani dal raggiungere questi risultati con ben 2.300 nuovi casi stimati nel 2017. Purtroppo anche per quanto riguarda lo screening la situazione a livello regionale è estremamente variegata con le Regioni del Nord che producono alti livelli di adesione e aree del Sud che mostrano dati largamente insoddisfacenti. Questa situazione determinerà nei prossimi anni il perdurare di questa malattia soprattutto nelle zone del nostro Paese in cui questi interventi di sanità pubblica sono ancora carenti”.

“Siamo orgogliosi di supportare questo progetto – conclude Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore delegato di MSD Italia –. Il nostro impegno in oncologia, all’interno di una visione avanzata e olistica nell’approccio ai tumori, è rivolto alla prevenzione, attraverso campagne che, come questa, promuovono stili di vita corretti, ma anche alla cura e sempre attraverso la ricerca”.

“Ci impegnamo ogni giorno per scoprire, sviluppare e rendere disponibili trattamenti innovativi per prevenire le malattie evitabili attraverso la vaccinazione e per aiutare i pazienti che sono colpiti da malattie gravi, di forte impatto sociale e per le quali, spesso, non esistono opzioni terapeutiche efficaci” aggiunge.

“Proprio grazie a questo impegno, la ricerca oncologica dei laboratori MSD è all’avanguardia nella prevenzione contro tutti i tumori HBV e HPV correlati e, per quanto riguarda la cura, si è orientata verso l’immuno-terapia, sviluppando un farmaco che sta rappresentando un vero e proprio cambio di paradigma nella cura di diverse patologie tumorali, quali ad esempio il melanoma o il tumore del polmone. Un impegno unico e su più fronti, dunque, quello di MSD in oncologia che oggi, più che mai, si coniuga con il mio impegno personale di donna per la salute delle donne” conclude.